Quando, nel 2017 il Vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, ha riformato la Caritas diocesana assumendone direttamente la direzione e dedicando esclusivamente ad essa i diaconi di ogni vicariato della diocesi,  ha destinato i diaconi di Enna, Mimmo Cardaci, Salvatore Orlando  e Pietro Valenti al servizio dei poveri nelle città di Enna, Valguarnera e Villarosa.

Nel contempo, il vescovo, ha   affidato la direzione spirituale diocesana di tutti i diaconi, a don Angelo Lo Presti, parroco della “Mater Ecclesiae di Enna stessa” . Ma i diaconi, per monsignor Gisana e anche secondo i dettami della Chiesa, quindi di Papa Francesco, si occupano anche dell’Evangelizzazione, oltre che della Carità, che, va ricordato, va di pari passo con la Parola di Dio. 

A dimostrazione di ciò, basti ricordare un episodio particolare del loro servizio diaconale:  alcuni anni fa, fu segnalato loro, dal cappellano dell’ospedale di allora, il francescano fra Massimiliano Di Pasquale,   un giovane migrante, la cui storia è la solita: Il ragazzo era  sbarcato a Lampedusa, da un barcone sfasciato, dopo essere stato recluso e seviziato in un centro di detenzione in Libia; già, uno di quei centri di detenzione che forse è meglio chiamare col loro vero nome, eludendo la falsa retorica, ovverosia, un lager. Qui, il giovane, di nazionalità senegalese, subì ogni genere di sevizie, e come lui tanti altri, in particolare tante donne che vengono percosse e violentate quotidianamente. 

Le sevizie, avevano lo scopo di ricattare i familiari in Senegal, affinché inviassero loro i soldi per liberarlo , si fa per dire, ed imbarcarlo su uno di quei barconi della morte. Veniva quotidianamente bastonato e torturato. Gli aguzzini si divertivano finanche a spegnere sulle sue braccia, i mozziconi delle sigarette, e tutto questo, oltre che per estorcere  denaro, anche per mero sadismo o per fargli espiare,  quella che loro, col permesso di qualche politico, e di molti leoni da tastiera,  ritenevano una colpa, l’essere andato via dalla propria terra per cercarne un’altra dove trovare una vita e un lavoro dignitosi.

Dalla Libia, il giovane giunse in Italia, in Sicilia, a Enna, colpito da una grave malattia. Qui viene ricoverato nel locale nosocomio.  Salvatore Orlando, che faceva servizio diaconale in ospedale, lo incontrò e se ne fece carico, insieme a Mimmo e Piero, ospitandolo in un appartamento in uso alla Caritas, ad Enna alta. Qui, sotto la direzione dei medici ennesi, gli prestò le cure e gli procurò gli antibiotici, e, in barba ad ogni schema umano, lo invitò, sovente, a pranzo in casa propria,  senza temere di infettarsi, fino a quando i medici constatano, che il giovane fu guarito. Salvatore gli trovò un lavoro e oggi l’uomo è pienamente integrato nella società ennese e svolge l’attività di aiuto cuoco in un noto ristorante del capoluogo degli Erei. Questa è la Chiesa ennese.

Mario Pagaria