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Roma - Codici: l'applicazione della legge sull'affido condiviso è perlopiù ignorata
La legge sull'affido condiviso, che introduce il principio di equità tra i genitori, risale al 2006 ma la sua applicazione non è diffusa.
Nella stragrande maggioranza dei casi, in relazione all'affidamento dei figli in caso di separazione, è la madre viene preferita per la collocazione dei minori e di conseguenza è sul padre che vanno a gravare spese spesso gravose ed insostenibili.
Le relazioni diffuse dalla Caritas evidenziano l'allarmate aumento dei padri che rientrano sotto la soglia di povertà.
Su circa 4 milioni di separazioni o divorzi, ben 800 mila uomini sono costretti, per pagare l'assegno di mantenimento, ad affidarsi agli Enti caritatevoli per il propio sostentamento ed a dormire in auto.
Ulteriore disagio, per i padri separati non collocatari, non meno grave, consiste nella perdita dei i contatti con i figli con grave nocumento sia per l'adulto che per il minore.
L'associazione Codici denuncia i limiti della legge 54/2006. "E' una situazione inaccettabile per un Paese civile. - sostiene il Segretario Nazionale, Ivano Giacomelli - Serve una presa d’atto di una situazione che non è più tollerabile ed interventi concreti affinché l’affido condiviso venga applicato e la bigenitorialità da slogan diventi realtà”.
Codici è impegnata in un’attività di assistenza, dedicata ai padri separati in difficoltà che possono segnalare il proprio caso e richiedere aiuto telefonando al numero 065571996 o inviando un’e-mail all’indirizzo
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