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Questa settimana due ragazze hanno perso la vita per aver rifiutato un ragazzo. Sara, studentessa di scienze infermieristiche a Messina, e Ilaria, studentessa di statistica alla Sapienza di Roma. La prima accoltellata a morte da un collega alla fermata dell’autobus in pieno giorno, la seconda uccisa e abbandonata in un bosco all’interno di una valigia dall’ex fidanzato. Sara e Ilaria, come tutte le altre vittime di femminicidio, non avranno mai più la possibilità di abbracciare i loro cari, di passare momenti indimenticabili con gli amici, di coronare i loro sogni.
“Non tutti gli uomini”, ma comunque degli uomini hanno troncato vita, sogni e ambizioni a due donne e tutto questo per essere stati rifiutati, per non aver saputo rispettare un “no” o un pensiero diverso dal loro. Dovremmo iniziare realmente ad agire nel concreto, necessitiamo tutti una rieducazione sessuale e affettiva per comprendere la reale importanza del RISPETTO RECIPROCO. E bisogna iniziare sin da piccolissimi, per guidare i bambini a riconoscere le proprie emozioni imparando, con schemi adatti, a gestirle al meglio. È necessario smantellare i tabù e partire dalle scuole introducendo l’educazione affettiva e sessuale soprattutto per ragazzi e ragazze nel periodo della pubertà, per prevenire la disinformazione, iniziando a contrastare fenomeni come la violenza di genere e il cyberbullismo.
Queste notizie portano sempre alle donne rimaste a lottare molta angoscia e rabbia, perché abbiamo la consapevolezza che forse alla violenza non ci sarà mai fine. Fin quando la società malata in cui siamo cresciuti vivrà di preconcetti come “se la donna provoca allora merita violenza; se la donna è sola allora è quasi automatico che venga molestata; se la donna è capace deve avere timore di esporsi per paura di essere additata come frivola e, ancora peggio, se la donna è sicura di non volere più un uomo accanto allora merita di morire”, non ci sarà mai fine alla violenza di genere. Dall’inizio del 2025, con i nomi di Sara Campanella e Ilaria Sula, salgono a 11 le donne vittime di femminicidio.
Un dato evidente, ma solo per pochi. Ogni femminicidio è un’offesa alla nostra dignità, è sintomo di un corpo ancora troppo debole, che non riesce a sradicare, in maniera totale e profonda, le sue membra malate, e che prende atto solo momentaneamente delle conseguenze delle sue azioni, ma non fa nulla per evitare che continuino a ripetersi. Uccidere una donna riflette la debolezza di una società che non si evolve, ma resta immobile, si aggrappa a certezze imposte, ma così brutalmente condivise dalla maggioranza. Dal 2006 è attivo il numero Nazionale gratuito antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24, accessibile dall’intero territorio Nazionale, che accoglie le richieste di aiuto da chi subisce molestie, stalking, violenza fisica, psicologica, economica in qualsiasi luogo, pubblico o privato, chiedendo come ultima fase l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Abbiate il coraggio di chiedere aiuto, di parlarne con la vostra famiglia, abbiate il coraggio di denunciare la violenza. Anziché chiederci quando ci sarà concesso di vivere davvero, di non condurre un’esistenza attendendo e sperando che domani sia diverso, dobbiamo agire affinché si possa mettere un punto a tutto questo. Eliza, Maria, Jhoanna, Eleonora, Cinzia, Tilde, Sabrina, Laura, Ilaria, Sara, continueremo a lottare per tutte voi, affinché siate le ultime vittime di questa carneficina senza tempo, affinché venga fatto qualcosa di concreto per educare ogni singolo individuo al rispetto dell’altro e affinché si possa definitivamente comprendere che l’amore non è mai violenza.
Sofia e Sveva, membre della Segreteria Comunale GD di Enna
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Questo giornale ha ospitato recentemente le preoccupate dichiarazioni di un noto ristoratore ennese che denunciava una diminuzione di avventori nei ristoranti, addebitando questo risultato esclusivamente alle restrizioni sull'uso dell'alcol imposte dal nuovo codice della strada voluto fortemente dal ministro Salvini.
Dato, che a quanto pare, ha trovato conferma anche dall'esito del sondaggio promosso dalla locale CNA che ha coinvolto duecento cittadini, per meglio comprendere le ragioni che stanno alla base della diminuzione degli avventori che frequentano i ristoranti.
Ora, se è vero che a distanza di diversi mesi dalla sua entrata in vigore della norma, non pochi sono i dubbi interpretativi che contribuiscono ad alimentare confusione e incertezze, è altresì vero che le ragioni della diminuzione dei clienti chiamano in causa anche altre motivazioni.
E se mi è permesso, anche ben più gravi e più difficilmente superabili.
Se infatti una più rigorosa tolleranza può essere superata da una migliore organizzazione del gruppo con il guidatore che decide di non bere, per esempio, per i restanti motivi, e non sono pochi, le soluzioni non sono dietro l'angolo.
Mi riferisco, ma solo per citarne alcune, a un sistema viario di accesso alla città deficitario, all'assenza di parcheggi, a locali che pongono scarsa attenzione all'abbattimento delle barriere architettoniche e, problema dei problemi: a un reddito spendibile che sempre più viene taglieggiato dall'inflazione e costi oramai proibitivi per una famiglia di quattro persone anche solo per mangiare una pizza, figuriamoci poi per un pasto completo in un ristorante.
Pagare una bibita in lattina non meno di tre euro è un problema; continuare a pagare il coperto è un problema; pagare una pizza dieci euro e magari con ingredienti di scarsa qualità, è un problema o un'acqua minerale da 3/4 a 2,50 euro è un problema.
Altro che il limite del tasso alcolico.
Giovanni Lunardo
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Buongiorno sono Puglisi Francesco e scrivo a Voi redazione di Dedalo se avete novità sui centri anziani visto che siete gli unici a dare voce ai cittadini.
Da socio di un centro sappiamo che i presidenti si sono riuniti in un incontro senza la presenza del comune ma senza trovare soluzione alla questione del rinnovo della convenzione. Loro stanno prendendo tempo poichè al lor dire l'assessore ed il funzionario devono trovare una soluzione. Dall' incontro tra presidenti è scaturito che il comune deve dare a loro gli strumenti per mettersi in regola ( pec . email. firme digitali , consulenti ), e fare le iscrizioni al RUNTS.
Parlanto con amici di altri centri mi dicono che alcuni hanno contattato professionisti fuori dalla provincia e altri centri,e tutti confermano l'obbligatorietà del RUNTS imposta dal comune. Inoltre l'operazione che vorrebbero fare i presidenti di iscriversi al RUNTS ora per allora non è fattibile alla concessione dei locali e al rinnovo della convenzione. Infatti secondo la legge ed un articolo del codice terzo settore stabilisce che devono passare almeno 6 mesi dall'avvenuta iscrizione ( non dalla richiesta di iscrizione, ma del rilascio del decreto ), inoltre già alcune associazioni iscritte al RUNTS avrebbero dato la disponibilità alla gestione dei centri, ma i presidenti aspettano una manifestazione d'interesse nuova , visto la non regolarità dei vecchi gestori dei centri e problematiche future.
Ora la domanda che mi faccio ma è il pensiero di moltri soci dei centri , è possibile che con una convenzione scaduta , ad una settimana dove l'assessore e gli uffici si sono resi conti delle irregolarità delle associazioni, ancora ad oggi non hanno preso una decisione? Il rammarico che anche i consiglieri di maggioranza ed opposizione ed amministrazione rimangono in silenzio ? Basterebbe che l'assessore come riferito nell'incontro revocasse le vecchie convenzioni ( già scadute ) visto le problematiche che ci sono e farebbe una nuova manifestazione d'interesse? In attesa di una risposta da qualcuno in città. affinche si possa far luce ed evitare problematiche future nella concessione di locali o servizi ad altre associazioni iscritte o no al RUNTS.
Francesco Puglisi
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Non è un appuntamento turistico ma vitale per la nostra sicurezza! Già a luglio 1943 nessun Gruppo si rivolse a San Michele, protettore di Caltanissetta, e quasi in mille morirono per un bombardamento convenzionale. Oggi una bomba NUCLEARE a Caltanissetta, per bloccare lo snodo di strade, ferrovie, oleodotti e cavi telematici o basi Nato, farebbe una strage molto maggiore! Nei secoli più volte ha protetto Caltanissetta da peste, colera e siccità, ma il tempo ha spento il ricordo. Tante città hanno CHIESTO la protezione dell'Arcangelo, ma SOLO a Caltanissetta, LUI, terzo nella gerarchia celeste e che può fare miracoli a città o nazioni, ha OFFERTO protezione. Quindi lui sa che corriamo gravi pericoli!
Esattamente 400 anni fà, nel 1625 un Gruppo di frati lo pregò fisicamente insieme quali rappresentanti di tutta la città, e lui preservò dalla peste tutta Caltanissetta. Il giorno dopo riapparve per far vedere al Sindaco ed Arciprete il cadavere di chi portava il contagio e chiedere di essere nominato protettore. Da allora, ottobre 1625 per gratitudine a moltissimi nuovi nati fu dato il nome di Michele. Poi quando Caltanissetta divenne Provincia fu nominato anche protettore della provincia (Gela, Mussomeli ecc), che allora comprendeva buona parte della provincia di Enna.
Oggi le sue processioni attirano poche persone ed Autorità (è protettore anche della Diocesi e della Polizia di Stato ecc). Caltanissetta a ottobre 1991 gli dedicò un indegno vicoletto (più volte si è chiesto di intitolargli il luogo dove apparve, cioè villa Amedeo). Alcune nuove parrocchie NON hanno sue immagini! Da secoli su libri e giornali si dice che l'Arcangelo muove gli occhi nella statua della Cattedrale di Caltanissetta (e da pochi anni anche nel suo quadro della vicina Petralia Sottana (PA)). La Terza guerra mondiale è vicina, ci serve protezione! Nel corso di questo anno sono previste solenni liturgie per Sinodo e Giubileo, ma nisseni, ennesi, gelesi si ricorderanno del 400esimo anniversario delle due apparizioni? Dal 2015 in Occidente centinaia di Gruppi (dal 2017 uno a Caltanissetta) lo pregano ogni 29 del mese. Essi rappresentano e otterranno grazie, per le loro comunità, città o popolo. Purtroppo da un secolo nei seminari non si studiano gli Angeli e dal Concilio non si prega più San Michele ad ogni Messa: SIAMO INDIFESI PROPRIO ORA CHE IL PERICOLO E' MAGGIORE!!
Giuliano Gattei
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