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Ogni anno, circa 4.000 studenti siciliani lasciano l’isola per frequentare atenei del Nord Italia. Un dato allarmante che riflette un divario ancora profondo nella qualità dell’offerta formativa, ma che trova una prima inversione di tendenza nell’Università Kore di Enna. A vent’anni dalla sua fondazione, Kore non è più solo un’alternativa locale, ma una realtà capace di attrarre giovani talenti da tutta Italia, dimostrando che la Sicilia può essere protagonista della formazione e della ricerca.
Nel 2025, l’Ateneo spegne venti candeline con numeri che testimoniano un’espansione costante: 21 corsi di laurea, cinque dipartimenti e ben 17 nuovi corsi in arrivo. A questi si aggiungono tre scuole di specializzazione già attive e altre quattro in fase di richiesta. Fiore all’occhiello dell’offerta formativa è il corso in Infermieristica d’emergenza, il primo in Italia realizzato in collaborazione con la Croce Rossa e il Ministero dell’Università e della Ricerca.
I dati parlano chiaro: 7.411 iscritti, oltre 16.484 laureati dal 2007 al 2024, un incremento costante nelle immatricolazioni di Medicina e un dato significativo sulla componente femminile, che rappresenta il 66,5% degli iscritti. Segnali inequivocabili di un’università che cresce e convince.
Una Sfida Ambiziosa: Rivoluzionare il Sistema Accademico Siciliano
L’università Kore non si limita a offrire corsi di laurea: il suo obiettivo è ridefinire il concetto di formazione accademica in Sicilia. Tra le principali sfide per il futuro:
- Potenziamento dell’interdisciplinarità e dell’internazionalizzazione;
- Sviluppo di percorsi di ricerca applicata;
- Maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e alla salute globale;
- Innovazione nelle metodologie didattiche.
La Kore si è imposta come una realtà dinamica e moderna, capace di rispondere alle esigenze del territorio e di inserirsi in un contesto accademico sempre più competitivo.
Cataldo Salerno, Presidente della Kore, ricorda con orgoglio la sfida iniziale: “Per duecento anni, nessuno aveva ritenuto necessario fondare una nuova università in Sicilia. Non abbaiammo alla luna, ma fummo folli: invertimmo una mentalità radicata, quella secondo cui spettava sempre ad altri risolvere le nostre mancanze. Oggi, possiamo dire di aver dimostrato il contrario.”
Il Rettore Giovanni Scollo sottolinea il ruolo centrale dell’università nella società moderna: “In un’epoca di profondi cambiamenti globali, le università devono formare studenti consapevoli e pronti a costruire il futuro. La Kore non è solo un luogo di studio, ma un baluardo di democrazia e di valori liberali.”
Chiara Corso, studentessa dell’ateneo, testimonia l’impatto della Kore sulla percezione della formazione in Sicilia: “Nei cinque anni qui trascorsi, ho imparato che l’università è una comunità di persone che mettono il loro sapere al servizio degli altri. La Kore è diventata un punto di riferimento non solo per i siciliani, ma per studenti provenienti da tutta Italia.”
La Kore non è solo un’università: è il simbolo di un cambiamento possibile. La sua crescita dimostra che la Sicilia non deve essere solo un luogo da cui fuggire, ma una terra di opportunità. “L’università non è un traguardo, ma un punto di partenza”, questo il messaggio rivolto agli studenti. “Siate curiosi e coraggiosi, non abbiate paura di sbagliare: chi non sbaglia, non cresce.”
Anche le istituzioni riconoscono il ruolo strategico della Kore. Il Presidente della Regione Renato Schifani ha ribadito: “Dobbiamo garantire ai giovani la possibilità di scegliere la Sicilia senza rinunce.”
Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca spiega che “l'Università Kore di Enna è un autentico hub dell'innovazione, una vera e propria fabbrica che produce futuro. Oggi celebriamo non solo il ventesimo anno accademico di questo ateneo, ma anche una svolta storica per l'accesso agli studi di Medicina. L'abolizione del test di ingresso e il superamento del numero chiuso rappresentano un cambio di paradigma: da quest'anno accademico, l'accesso sarà aperto ma programmato, consentendo un incremento sostenibile dei medici futuri. Questa riforma è pensata per dare ai giovani talenti italiani la possibilità di formarsi nel nostro Paese, senza dover ricorrere al turismo universitario forzato all'estero L'obiettivo è chiaro: garantire un sistema formativo più equo, inclusivo e orientato alle esigenze della società, affinché l'Italia possa continuare a eccellere nel panorama medico internazionale.”
La Kore ha acceso la scintilla del cambiamento, ora sta a tutti noi alimentare il fuoco della rivoluzione culturale.
Massimo Castagna
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L’Italia vive in pace da ottant’anni, senza conflitti sul suo territorio. La Seconda guerra mondiale resta un vivido ricordo per i nostri nonni e padri, che l’hanno vissuta tra privazioni di diritti umani fondamentali e una devastante povertà. Quella memoria storica, tramandata di generazione in generazione, non è solo ricordo, ma un patrimonio comune che ha alimentato un futuro di speranza e rinascita. È proprio questa eredità che ci ha permesso di conquistare e difendere la libertà e la democrazia.
La maggior parte degli italiani, eccezion fatta per i nostalgici del re e del fascismo, ha compreso che la radicalità del male, espressa attraverso le armi e gli eserciti, ha distrutto ogni progetto per il futuro e annullato ogni aspirazione a una sana sopravvivenza. La speranza stessa, relegata in un angolo profondo dell’anima, sembrava quasi scomparire, sospesa e scollegata da una quotidianità fatta di sofferenza e paura della morte. Gli italiani e gli europei hanno vissuto l’orrore delle dittature, che hanno sottomesso la volontà popolare e fatto tacere ogni dissenso.
Solo con la sconfitta del nazifascismo, resa possibile dagli Alleati e dal coraggio straordinario di chi, tra il popolo, ha reagito e resistito con ideali e amore per la patria, si è aperta una nuova era.
Ottant’anni sono trascorsi. I decenni iniziali, esaltanti ed euforici, hanno celebrato la libertà e la democrazia, ritenendo quasi irreversibile il percorso intrapreso, nonostante imperfezioni e incompiuti progressi.
Negli ultimi anni, tuttavia, il conflitto tra Russia e Ucraina, alle porte dell’Europa, ha paradossalmente disorientato e diviso gli italiani. Al punto che si è arrivati a mettere in dubbio chi fosse l’aggressore e chi l’aggredito, e a discutere sulle responsabilità e sulla necessità di una resa senza condizioni. Un dilemma che sembra ignorare le vittime dei bombardamenti, le città distrutte e rase al suolo.
A questo punto, sorgono legittime alcune domande. Ci siamo forse dimenticati cosa significhi vivere sotto un regime totalitario? Diamo per scontata la democrazia, pensando che sia inattaccabile? Oppure crediamo davvero che non possa essere sovvertita?
Il desiderio di pace, espresso in modi diversi, non sempre appare coerente, tanto che spesso si confonde il fine con il mezzo. C’è chi, in nome della pace, propone la deterrenza con le armi contro coloro che le usano per imporre i propri piani, e chi, al contrario, invita al disarmo e alla conservazione dello status quo per evitare l’escalation della guerra. La pace è assenza di conflitti, ma deve esserlo per tutte le parti coinvolte. Il passo verso la giusta direzione spetta a tutti, vincitori presunti e vinti. Altrimenti, si rischia di perseguire una pace ingiusta, imposta, con conseguenze facilmente immaginabili.
Gaetano Mellia
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Il Consiglio Comunale di Enna ha recentemente ospitato un acceso dibattito sul futuro dell'autodromo di Pergusa, coinvolgendo attivamente i rappresentanti del territorio, tra cui i deputati regionali Fabio Venezia e Luisa Lantieri. L'incontro ha rappresentato un momento cruciale per delineare una strategia di rilancio dell'intera area di Pergusa, nel rispetto delle sue peculiarità naturalistiche e con una visione orientata alla sostenibilità e alla crescita economica.
Nel corso del dibattito consiliare, Cardaci ha rivendicato con fermezza il ruolo dell'opposizione come forza propositiva, sottolineando come spetti all'amministrazione avanzare determinate iniziative.
Il sindaco Dipietro, invece, ha smorzato i toni della polemica, riconoscendo che quanto accaduto non può essere imputato alle opposizioni, attribuendo invece la responsabilità ai soci.
Fabio Venezia ha sottolineato la necessità di una gestione unitaria e integrata della riserva naturale e delle infrastrutture connesse, evidenziando come una governance innovativa e il supporto concreto della Regione possano restituire protagonismo al territorio.
Dello stesso avviso anche Luisa Lantieri, che ha ribadito l'importanza strategica dell'autodromo per il territorio ennese.
Il dibattito in aula ha segnato l'inizio di un confronto costruttivo tra i gruppi consiliari e l'amministrazione comunale, con l'obiettivo di individuare le soluzioni più adeguate per il rilancio dell'autodromo e, più in generale, per la valorizzazione dell'area di Pergusa, attualmente al centro di un processo di trasformazione. n questa direzione, il presidente del Consiglio Comunale, Paolo Gargaglione, ha annunciato l'imminente convocazione della conferenza dei capigruppo e del Sindaco per approfondire la fattibilità delle proposte emerse nel corso della seduta.
L'auspicio condiviso è che il dibattito possa svilupparsi senza condizionamenti politici e propagandistici, nell'interesse del territorio e dei cittadini, affinché l'Autodromo di Pergusa possa tornare a essere un volano di sviluppo per Enna e l'intera regione.
Massimo Castagna
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Il futuro dell’autodromo di Pergusa è ovviamente roseo perchè si stanno gettando le basi per una sua giusta ricollocazione nel panorama motoristico nazionale, ma come per incanto, come si è abituati a fare in questa città, cala un silenzio incomprensibile. L'unica proposta che esiste è quella delle forze di opposizione ccollegialmente a stendere un nuovo statuto di quella che si chiamerà “Consorzio di Gestione Area di Pergusa”. Una proposta elaborata molto seriamente anche con la collaborazione spontaneae gratuita di giuristi e docenti universitari tanto per dire “non stiamo mica scherzando”.
Tutti i soci del vecchio consorzio hanno ricevuto una copia per le loro osservazioni. Ora perchè si possa andare avanti occorrerebbe che uno di loro presentasse la proposta ufficialmente agli altri soci e da qui l'approvazione.
Mentre le opposizioni hanno già mosso i primi passi presentando una proposta di nuovo statuto, che si distingue per una visione innovativa e alternativa rispetto al passato, la reazione della maggioranza vicina al primo cittadino è stata del tutto inesistente. Il Sindaco e la sua amministrazione, che avrebbero dovuto rappresentare un pilastro di supporto e iniziativa, sembrano invece aver subito passivamente l’azione delle opposizioni, lasciando un vuoto incolmabile.
La proposta delle opposizioni, pur essendo aperta a riflessioni, modifiche e integrazioni, è rimasta ignorata, avvolta in uno strano silenzio. Nonostante sia l’unica iniziativa concreta sul tavolo, manca ancora una chiara presa di posizione. Uno dei tre soci potrebbe certamente avanzare una propria proposta alternativa, ma è evidente che il primo a dover agire dovrebbe essere il Sindaco. L’autodromo, infatti, non è solo un simbolo di Enna: è una risorsa che porta benefici diretti alla città.
Cosa si sta aspettando? Non serve essere scienziati per prevedere che le opposizioni, se continuerà questo immobilismo, riprenderanno presto l’iniziativa. Lo scenario peggiore sarebbe quello di vedere il Sindaco scavalcato per la seconda volta, magari da uno degli altri soci che potrebbe far propria la proposta delle opposizioni, aggravando ulteriormente una situazione già critica.
E comunque se c'è stato silenzio fino ad ora, non si comprende perchè si dovrebbe passare all'azione ora. Occorre quindi che l'opposizione senza indugio alcuno spinga sull'accelleratore e metta l'Aci o la ex Provincia a fare propria la proposta e ad andare avanti. Tutto qui.
D'altronde non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Massimo Castagna
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Il prossimo congresso regionale del Partito Democratico siciliano ancora deve fissare le nuove regole che porteranno alla elezione del segretario e della segreteria, e già iniziano le solite schermaglie tipiche di un partito che sa sempre al suo interno è stato estremamente litigioso. 16 dirigenti hanno emesso un documento che di fatto è una sfiducia al segretario regionale Antony Barbagallo.
Si tratta di Burtone, Bartolo, Calabrò, Catanzaro, Furlan, Giambona, Guerriero, Leanza, Lupo, Piccione, Rubino, Sciortino, Saverino, Spada, Venezia, Venuti. Sostanzialmente sarebbero 5 i motivi per i quali di annullare l'Assemblea Regionale del PD fissata per giorno 11 gennaio.
Convocazione dell’Assemblea Regionale: Irregolarità e Nullità Procedurali
Con riferimento alla convocazione dell’Assemblea regionale del Partito Democratico Sicilia, fissata per l’11 gennaio e firmata dal Segretario regionale, riteniamo necessario evidenziare la sua nullità e irregolarità. Tale convocazione viola le norme statutarie del partito, in quanto, ai sensi dello Statuto vigente, l’Assemblea regionale può essere convocata esclusivamente dal Presidente del Partito o, in sua assenza, dalla Commissione per il Congresso.
Omissioni nell’Ordine del Giorno
Inoltre, si contesta che l’ordine del giorno della convocazione non includa l’elezione del Presidente dell’Assemblea, un passaggio statutariamente obbligatorio, soprattutto considerando che questa è la prima convocazione dell’organismo dal congresso regionale del 2020. Tale elezione è un adempimento propedeutico e imprescindibile, che richiede una convocazione in presenza per garantire la segretezza del voto, come richiesto dalla recente delibera della Commissione Nazionale di Garanzia (CNG). La modalità virtuale, invece, è incompatibile con le esigenze di trasparenza e correttezza del processo elettorale.
Inadeguatezze del Regolamento Congressuale
La bozza di regolamento congressuale proposta risulta in netto contrasto sia con lo Statuto del Partito Democratico Siciliano che con il deliberato della CNG del 23 dicembre 2024. Essa non prevede l’elezione del segretario secondo quanto disposto dall’art. 15 dello Statuto, omettendo il percorso delle convenzioni riservate agli iscritti e le primarie aperte agli elettori del Partito Democratico. Tale regolamento, così concepito, mina la partecipazione democratica e viola le regole fondamentali del nostro partito.
Modalità di Comunicazione Non Conformi
La convocazione dell’Assemblea regionale è stata comunicata tramite un post su Facebook, una modalità che non è prevista come valida per la convocazione formale dei componenti, siano essi elettivi o di diritto. Questo approccio, privo di ufficialità, rende la convocazione inefficace, irregolare e irrituale, in ulteriore violazione delle norme statutarie.
Richiesta di Rinvio e Percorso Congressuale Trasparente
Alla luce di queste gravi irregolarità, i dissidenti chiedono il rinvio della data dell’Assemblea, previsto per l’11 gennaio, al fine di rispettare il termine minimo di 15 giorni stabilito dallo Statuto regionale del PD Sicilia. Questo rinvio è essenziale per garantire un percorso congressuale trasparente, fondato su regole chiare e condivise, come indicato dalla decisione della CNG del 23 dicembre scorso.
Conclusioni e Prospettive
Considerando la reiterata violazione delle norme statutarie, si riservano di presentare ulteriori osservazioni e richieste di intervento alla Commissione Nazionale di Garanzia per assicurare la regolarità dell’iter congressuale e il rispetto delle norme interne del partito. Invitano tutti i membri del Partito Democratico Siciliano a unirsi in questo appello per un percorso che sia realmente democratico e rispettoso delle regole. Per un PD Sicilia Forte, Coeso e Democratico!
Ma cosa c'è dietro a questa protesta così clamorosa? I 16 puntano sulle primarie aperte a tutti, con i gazebo così come prevede lo statuto e così come si è sempre fatto. L'attuale segretario regionale Barbagallo, legato alla corrente Schlein, vuole invece che il voto spetti solo ai tesserati del partito fino al 31 dicembre 2024.
Si fa sempre più insistente da più parti la ipotesi di far votare solo gli iscritti del partito; molti non hanno dimenticato che grazie alle primarie aperte Stefano Bonaccini, il più votato in assoluto all'interno del partito, perse la poltrona di segretario nazionale, a favore di Elly Schlein, grazie ad una serie di veti incrociati e di una sorta di vendetta del M5S che votò in massa per l'attuale segretaria.
Di certo non è finita qui.
Massimo Castagna
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