L'Eni conferma il proprio piano senza opposizione da parte del governo nazionale e regionale. Tuttavia, la Regione solleva il problema della mancanza di garanzie occupazionali per i lavoratori diretti e dell’indotto, chiedendone l'inserimento.

Il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, ha ribadito le critiche al piano, definendolo "improponibile per il Paese e per la Sicilia". La Cgil chiede chiarezza sui contenuti del protocollo d’intesa e soluzioni che non penalizzino il settore chimico, ritenuto strategico anche dal governo nel suo Libro Verde.

Mannino denuncia l’assenza di investimenti di Eni nella chimica da 25 anni e il rischio di un impatto devastante sull’occupazione, come già accaduto a Gela. Attualmente, l’unica certezza è la chiusura di stabilimenti, con Ragusa già avviata e Priolo prevista per metà anno.

Nonostante le criticità, la Regione si è detta soddisfatta dell’incontro, una posizione che la Cgil contesta. Il sindacato ha ora ricevuto il testo completo del protocollo e presenterà proposte emendative, avvertendo che, senza modifiche, l’accordo non sarà accettabile.