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La storia sotto attacco: Trafugati 20.000 documenti delle Edizioni di storia e studi sociali
Non si trattava di un normale profilo FB, di uso personale. Come sapevano tutti quelli che lo frequentavano, era una bacheca che dall'Italia più mediterranea da quasi dieci anni irradiava dibattiti storici di spessore lungo la penisola, in Europa e in altri continenti. Anche questo «sistema» digitale era in realtà parte attiva di quel complesso di sinergie intellettuali che, con forti motivazioni scientifiche, ha preso le mosse dalle Edizioni di storia di storia e studi sociali di Giovanna Corradini. Per tanti quella bacheca era diventata, in sostanza, il punto di convergenza telematica di una comunità aperta di studi che, animata dallo storico delle civilizzazioni Carlo Ruta, direttore scientifico della Storia dei Mediterranei e degli «Annali di storia», ha fatto i conti con le più autorevoli storiografie contemporanee, dalle «Annales» francesi alla «Global History», proponendo paradigmi di una storia mobile, «disseminata», in grado di scavare in profondo e di affrontare con criteri innovativi le differenze etnico-culturali: a misura quindi delle problematiche sociali e civili del mondo odierno.
Adesso, dalla mattina del 17 agosto 2021, il profilo FB di Giovanna Corradini Editore, che raccoglieva la memoria di questo lavoro decennale, una massa di circa 20.000 documenti, testuali, video e fotografici, è scomparso. Con una operazione che gli esperti di telematica giudicano estremamente raffinata e del tutto anomala negli orizzonti della pirateria on-line di questi anni, si è riusciti a scardinare ogni forma di contatto tra l'utente del profilo e Facebook, attraverso camuffamenti algoritmici e perfino linguistici. La comunicazione digitale con il social continua ad essere dirottata infatti all'estero, con l'adozione di una lingua locale. E gli effetti sono quelli di un insuperabile circolo vizioso. Secondo i tecnici, lo scopo potrebbe essere quello di depistare le indagini della polizia italiana e mettere fuori gioco lo stesso sistema FB, che regge in massima parte su automatismi e le cui attività di contatto sono delegate comunemente a «robot».
Il fatto è, evidentemente, grave ed emblematico. Per la prima volta viene attaccato infatti un progetto di storia, allo scopo forse di scoraggiare il lavoro di ricerca e di comunicazione che si sta conducendo.
Che fare allora? Sono in fase di avvio le indagini giudiziarie, condotte dalla Polizia Postale, ma le possibilità di una soluzione positiva si fanno, con il passare dei giorni, sempre più esigue. Il problema maggiore in questo momento rimane, per l'editore Corradini, quello di rientrare al più presto in possesso del materiale trafugato: cosa possibile solo attraverso la piena collaborazione dello staff di Facebook, che in questo momento manca perché sono stati ostruiti, appunto, i canali di comunicazione e il problema di certo non può essere risolto da automi, né da algoritmi già impostati.
È importante allora che ci si muova in questa direzione, e per tale motivo, Giovanna Corradini ha deciso di mettere a disposizione i seguenti recapiti, per comunicazioni, suggerimenti e altro: