- Troina celebra la storia: nasce la “Società Troinese di Storia Patria”
- Black Friday 2024: il 42% delle famiglie italiane si prepara agli acquisti
- Enna - Diritti dei Minori: un allarme globale e locale
- Inclusione scolastica e sindrome di Kleefstra: strategie e prospettive future
- "Bonus stufa a pellet 2025": la detrazione fiscale
- La fame nel mondo: cause, conseguenze e possibili soluzioni
- Palermo - Governo approva nuovo piano di gestione dei rifiuti per la Sicilia
- Dettagli
- Categoria: Cultura Arte Beni Culturali
Strasburgo - La statua dell'Atleta vittorioso torni all'Italia: Corte Ue respinge il ricorso di Getty
Oggi, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito all’unanimità che l’Italia ha pieno diritto di confiscare e richiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso, attribuita a Lisippo. Attualmente, la statua si trova nel museo della villa Getty a Malibu, in California. La Corte ha respinto il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.
La Corte europea di Strasburgo ha quindi confermato il diritto dell’Italia a riavere la statua dal J. Paul Getty Museum. Nel 2018, una sentenza della Corte di Cassazione aveva già stabilito che la statua appartiene all’Italia.
Nella sua sentenza, la Corte ha riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte, che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. Dopo varie vicissitudini, la statua venne acquistata dalla fondazione Getty nel 1977 e infine approdò al museo di Malibu.
I giudici hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese è una priorità anche dal punto di vista giuridico. Diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.
La Corte ha inoltre sottolineato che la fondazione Getty si è comportata in maniera negligente o non in buona fede nell’acquistare la statua, nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero. Di conseguenza, la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso è stata considerata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione.