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- Categoria: Cultura Arte Beni Culturali
Beni Culturali – L'abbazia di Santa Maria di Maniace, a Bronte
L'abbazia di Santa Maria di Maniace, detta anche Ducea di Nelson, Castello di Nelson, Ducea di Maniace o Castello Maniaci di Bronte, è un edificio che si trova al confine fra i comuni di Bronte e Maniace, in provincia di Catania.
A fondarla fu la regina Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I di Sicillia, in onore del comandante bizantino Giorgio Maniace. Nel 1799, venne donata all'ammiraglio Horatio Nelson dal re Ferdinando I delle due Sicilie, come simbolo di gratitudine per aver represso la Repubblica partenopea, salvandogli il regno.
Il nome del complesso si riferisce al generale Giorgio Maniace, nel cui luogo avrebbe, nel 1040, affrontato con successo le truppe musulmane. A vittoria ottenuta, per ringraziare la Madonna, il generale fece costruire un piccolo cenobio e offrì un'icona che, secondo una leggenda, sarebbe stata dipinta da san Luca evangelista.
Nel 1172 la regina Margherita, madre di Guglielmo II detto il Buono, vi fondò un'abbazia benedettina dedicata a Santa Maria, con il francesce Guglielmo di Blois come primo abate.
Le notevoli ricchezze derivanti dalle rendite agricole conferirono, negli anni, una notevole importanza alla badia, tanto che vi avrebbe soggiornato la stessa regina Margherita negli ultimi anni della sua vita, arricchendone il complesso con strutture maestose. Della struttura originaria dell'abbazia non si ha però notizia (l'impianto originario è andato perduto dopo il terremoto del Val di Noto del 1693 e la successiva ricostruzione).
Dopo essere stata istituzione governata dall'Ordine cistercense nel 1296 ed essere gestita da una serie di abati commendatari ed essere passata dai benedettini, ai basiliani ai frati eremiti di San'Agostino e, infine, ai francescani, nel 1799 il re Ferdinando IV di Borbone donò il complesso di Santa Maria di Maniace e concesse il titolo di Duca di Bronte, all'ammiraglio inglese Horatio Nelson a titolo di ricompensa per l'intervento della marina britannica durante la Rivoluzione napoletana. Da allora in poi il complesso, costituito da un'ampia tenuta e un appartamento nobile confinante con la splendida chiesa, prenderà il nome di Ducea Nelson, anche se è poco probabile che il duca abbia anche solo visitato la sua ducea. Il titolo, però, gli valse la stima di molti suoi compatrioti: uno tra questi, Patrick Prunty o Brunty, cambiò il proprio cognome in Brontë; era il padre delle famose scrittrici dell'età vittoriana Charlotte, Emily e Anne Brontë.
Dagli anni '80, il castello appartiene al comune di Bronte, che nel corso degli anni '90 lo ha ristrutturato a fini museali e utilizzato come centro conferenze.
A livello strutturale, del grandioso tempio dedicato alla Madonna dalla regina Margherita rimangono le navate, uno splendido portico gotico-normanno e l'icona bizantina. Dietro la chiesa, in quelli che furono i magazzini, alcuni scavi hanno riportato alla luce l'abside dell'antica costruzione normanna. Si possono inoltre osservare due torrette medievali ed un grande parco all'inglese.
Dell'antico castello rimane poco, oltre le torrette ed una parte della cinta muraria, in quanto gli ambienti furono riadattati dagli eredi di Nelson a scopi abitativi o a magazzini al servizio dell'agricoltura, ma sono visitabili ed espongono alcuni cimeli d'epoca appartenuti all'ammiraglio. Nel cortile interno vi è una croce celtica dedicata all'ammiraglio Nelson. Nel parco si trova invece un piccolo cimitero, dove spicca una croce celtica in pietra nera dell'Etna, che indica la sepoltura del poeta scozzese William Sharp.
Immagina tratta da: https://www.cistercensi.info/abbazie/abbazie.php?ab=1924