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- Categoria: Cultura Arte Beni Culturali
Beni Culturali – Agrigento e i suoi antichi ipogei sotterranei
La città di Agrigento, antica Akragas, custodisce, nel suo sottosuolo, un patrimonio sotterraneo di notevole interesse. Si tratta di una rete di cavità artificiali, scavate nella calcarenite giallastra e situate dai 20 ai 30 metri di profondità, realizzate già nel periodo greco-romano: gli ipogei.
Gli ipogei altro non erano che cunicoli di forma parallelopipedale (alti in media 1,90m e larghi fino a 90 cm), pozzi e grandi cameroni, costruiti per soddisfare il fabbisogno di acqua della città, almeno per quanto riguarda la maggior parte di essi; alcuni, infatti, servivano a immagazzinare il cibo o venivano utilizzati come cave sotterranee di conci di calcarenite.
Diverse furono le personalità che, nel corso dei secoli, citarono o si interessarono di queste caratteristiche cavità sotterranee: Diodoro Siculo le credeva condutture di acque luride; Houel – nel 1776 – il poeta Leonardo Vigo da Acireale e il medico agrigentino Giuseppe Serroy – nel 1827 – esplorarono i suggestivi sotterranei e in seguito anche lo studioso Nicolò Palmeri volle studiarli per fornire un'accurata descrizione del sito.
Nel 1910, il senatore Giuseppe Cognata, dopo aver lungamente e attentamente studiato gli ipogei, presentò una relazione nella quale affermava che questi erano stati commissionati da Terone, tiranno agrigentino. Secondo le ricostruzioni di Cognata, l'autore del progetto fu Ferace e, per molti anni, furono costretti a lavorarvi centinaia di prigionieri cartagineri, schiavi degli agrigentini in seguito alla vittoria di Imera.
Studi più recenti indicano il percorso degli ipogei, lunghi 17 km e suddivisi in quattro tronconi
Il più noto e il più vasto degli ipogei agrigentini è quello del “Purgatorio” o “Labirinto”, che presenta una struttura labirintica e stanze di varia misura.
Durante il periodo bellico delle due guerre mondiali, gli ipogei vennero rivalutati e sfruttati come rifugi durante i bombardamenti e le incursioni aeree.
Fonte: www.agrigentoierieoggi.it - www.agrigentosotterranea.it
Immagine tratta da: www.agrigentoierieoggi.it