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- Categoria: Salute e Benessere
Enna – Sanità: la cardiologia si potenzia: entro l'anno forse l'Emodinamica e tanta attrezzatura in più
Il Prof. Marco Barbanti Associato all'Università Kore, a 39 anni è già un luminare della cardiologia interventista anche la sua equipe medica è composta da giovani dalle indubbie capacità professionali. Lo presentiamo per la prima volta al pubblico ennese.
- Prof. Barbanti, in quale stato di salute ha trovavo la Cardiologia di Enna?
“Ho trovato una cardiologia in salute, un gruppo di colleghi e dirigenti medici motivati con un personale paramedico e infermieristico molto preparato. Ho trovato anche delle apparecchiature di altissima specialità e di nuova generazione quindi questo non è un reparto da rifondare, va ulteriormente potenziato in alcuni dei suoi aspetti.
- Da anni il suo predecessore rincorre il sogno dell’Emodinamica a Enna, il traguardo è ormai vicino. Cosa vorrà dire per la sanità ennese averla? Lei, tra l’altro, in materia vanta un numero eccellente di procedure di cardiologia interventistica coronarica e strutturale.
“Sì, questa è la mia specialità! I motivi per cui io sono qui in gran parte sono legati alla nascita dell’emodinamica, è dunque grazie al dottore Vasco che io sono qui e mi sembra riduttivo dire che lui ha quasi centrato l’obiettivo. Secondo me il dottore Vasco ci è riuscito! Grazie anche a un’attivissima collaborazione dell’amministrazione che ha – come sapete – cofinanziato l’opera, oramai in fase di realizzazione. Mi auguro soprattutto che entro quest’anno possano iniziare i lavori in modo da regalare alla comunità questo importante pezzo di Sanità, che rappresenta un punto cardine per il trattamento della patologia che ha ancora oggi il tasso di mortalità più alto. Tutte le patologie dove la tempistica dell’intervento è cruciale, prima si interviene maggiori saranno le possibilità di salvare vite e soprattutto di non generare disabili, con pazienti che abbiano problematiche a lungo termine. Possiamo dire che da un punto di vista sociale l’emodinamica è una presenza fondamentale su un territorio. Il Governo ha stanziato più di 3 milioni sull’abbattimento delle liste d’attesa ma ci sono realtà sociali importanti, come quella ennese ad esempio, dove il problema principale sì sono le liste d’attese ma anche il ritardo nelle cure, dovuto a una logistica che non ci premia.”
- La cardiologia possiede un numero importante di ambulatori anche in collaborazione con altri reparti. Quali ad esempio quello di cardio- oncologia oppure con la Neurologia. Come vuole portare avanti queste collaborazioni?
“Anche in questo caso ho trovato un sistema molto virtuoso che non in tutti gli ospedali, inclusi quelli più blasonati, è presente. Ho trovato già degli ambulatori molto ben funzionanti come appunto quello di cardio-oncologia, ambulatori condivisi per l’ictus ischemico e a riguardo è mia intenzione – anche grazie all’integrazione di nuovo personale all’interno dell’unità operativa di Cardiologia – potenziare ulteriormente questi servizi per la comunità. Già ad oggi garantiamo circa 40 - 50 accessi mensili di cardioncologia; il mio obiettivo è quello di aumentarli in maniera significativa; garantiamo l’ambulatorio per lo scompenso cardiaco e soprattutto quello per la prevenzione dell’ictus insieme alla neurologia. Ho avuto modo - con i miei colleghi - di aumentare l’offerta di procedure ambulatoriali e l’intenzione è quella di potenziarla ulteriormente.”
- Quali novità intende introdurre nel reparto?
“Le novità saranno molte! Intanto già in questi mesi abbiamo aumentato l’offerta soprattutto nell’ambito dell’elettrofisiologia, mettendo a disposizione anche l’utilizzo di nuovi dispositivi come un defibrillatore sottocute, oppure nuove tecniche per la gestione della sincope vasovagali. Abbiamo istituito, i primi di settembre, un ambulatorio per la gestione del rischio cardiovascolare, un progetto in fortissima integrazione con la medicina del territorio e con la farmacia territoriale. Con l’emodinamica andremo a decuplicare l’offerta di trattamenti che oggi finiscono fuori provincia. Il mio desiderio è quello di trattare – nonostante l’assenza della cardiochirurgica – tutto quello che sarà possibile. Ci sono tutte le risorse, umane e strumentali, affinché questo avvenga.”
"A breve saranno - aggiunge Barbanti - disponibili una sala ibrida e un laboratorio di emodinamica di ultima generazione dove sarà possibile eseguire una vastissima gamma di procedure di cardiologia interventistica per il trattamento della cardiopatia ischemica e delle principali cardiopatie strutturali (valvulopatie, PFO, etc.). In particolar modo verrà istituita un’attività h 24 per il trattamento invasivo dell’infarto miocardico acuto mediante angioplastica primaria."
- Barbanti, lei è professore associato all’università Kore, quindi il reparto che oggi dirige è stato il primo all’Umberto I ad essere clinicizzato. Cosa comporta questo?
“La clinicizzazione di un’unità operativa complessa come questa vuol dire cambiare il suo Dna, i suoi connotati. Un’unità operativa ospedaliera ha come missione quella delle cure e dell’assistenza verso il malato; un’unità operativa clinicizzata – quindi con uno stretto rapporto con un ente di ricerca quale può essere l’università – diventa una struttura che oltre a prestare attività di tipo assistenziale, unisce anche un’attività di ricerca, formazione e tirocinio. Tutti elementi cruciali e fondamentali che sicuramente aumenteranno la qualità del nostro lavoro. Si darà inoltre la possibilità a medici e infermieri di formarsi all’interno di questa unità con dei risvolti in termine d’immagine ed esposizione a nuove tecnologie che prima non poteva avvenire. Quindi con l’integrazione di queste due anime in sinergia con quella assistenziale ci sarà una crescita e anche di riflesso aumenterà l’attrattiva nei confronti verso l’ospedale Umberto I di Enna.”
Massimo Castagna e Angela Montalto
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