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Roma – La Lega chiede l’abolizione del femminile nei documenti ufficiali
Un disegno di legge presentato dalla Lega, dal titolo «Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere», intende abolire l’uso scritto negli atti pubblici di termini come 'sindaca', 'questora', avvocatessa' e anche 'rettrice' che dovranno essere declinati al maschile indipendentemente dall’identità di genere di chi ricopre il ruolo.
Il disegno di legge è stato presentato dal leghista Manfredi Potenti (nella foto) con il dichiarato obiettivo di «preservare l’integrità della lingua italiana ed in particolare, evitare l’impropria modificazione dei titoli pubblici dai tentativi 'simbolici' di adattarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo».
Per chi non si adegua sarà prevista una sanzione fino a 5000 euro.
Un’idea che va in direzione della circolare, emanata all’inizio del mandato di presidente del consiglio di Giorgia Meloni, firmata dal Segretario Generale della Presidenza del Consiglio Carlo Deodato, inviata a tutti i Ministeri, che testualmente disponeva : "Per opportuna informazione si comunica che l'appellativo da utilizzare per il presidente del Consiglio dei Ministri è: 'Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni'".
Per trovare nella storia italiana qualcosa di analogo bisogna risalire al luglio del 1923 quando fu emanato un provvedimento che cancellava l’uso del Lei, introducendo il Voi, e disponeva l’italianizzazione delle parole ed addirittura dei cognomi stranieri: Louis Armstrong in Italia era Luigi Fortebraccio!
Filippo Giunta
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