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Oltre a Disabilità - Disabilità e povertà due condizioni che possono rendere difficile la vita di una persona
“La vita per una persona con disabilità è molto difficile da affrontare e se questo vi si aggiungono le difficoltà economiche, le cose si complicano ancora di più”. È ciò che afferma Massimo Maggio in un intervista al Sole 24 Ore dello scorso 18 maggio. Massimo Maggio è il direttore del CBD, una Organizzazione Umanitaria Impegnata nella cura e prevenzione della cecità che sviluppa Progetti per Spezzare il Ciclo tra Povertà e Disabilità. Protagonista della storia che ci viene raccontata sono due bambini, Francois e Xavela, che non si conoscono ma si ritrovano ad avere un destino comune: hanno una disabilità, sono ciechi a causa della cataratta. La soluzione del problema, in ogni parte del mondo, è risolvibile con un intervento di routine, ma non è così in Ruanda dove le attività di prevenzione e cura non sono scontate in questi paesi sottosviluppati dove il rischio per adulti e bambini è quello di diventare cechi. Grazie a questo tipo d’intervento anche Callixte e Francois hanno riacquistato la vista. Ancora oggi sono troppe le persone con disabilità a rischio di povertà dovuto anche alla mancanza di lavoro. Nonostante vi siano delle leggi anche europee che tutelino l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, non sempre riescono in tale obbiettivo. Il lavoro è fonte di reddito per l’uomo, necessario per soddisfare i propri bisogni. In molti sono convinti che una persona con disabilità titolare di una pensione d’invalidità non abbia bisogno di un lavoro, in realtà non è così. I motivi che spingono una persona con disabilità a cercare un lavoro sono legate non solo a una remunerazione economica ma anche a una soddisfazione personale, attraverso il lavoro si possono scoprire nuove abilità e migliorare le abilità già possedute.
Il lavoro è una attività produttiva che permette all’uomo di ottenere una remunerazione economica, anche chi si ritrova in una condizione di disabilità ne sente la necessità al fine di soddisfare i propri bisogni, nonostante sia percettore di una pensione d’invalidità la cui identità vada dai 313,91 euro ai 527,16 mensili a seconda del grado d’invalidità.
Delle cifre molto basse considerando le spese che una persona con disabilità si ritrova a dover sostenere; ad esempio pagare un canone d’affitto se non si è proprietari di un immobile, facendo una ricerca veloce si scopre che, secondo un'indagine nazionale, il costo medio di un canone in affitto è di 538 euro mensili (6.450 euro annui), che incidono per il 19,9% sul budget familiare. A renderlo noto è la Uil - Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, che ha analizzato i costi medi per un appartamento di 100 mq, accatastato come abitazione civile (A/2) ed economica (A/3), ubicato in zona semi centrale delle città capoluogo di provincia, elaborando i valori medi delle locazioni dell'Agenzia delle Entrate. Se si parla di 313,13 euro di pensione per invalidi totali più 527,16 euro come indennità di accompagnamento ma se consideriamo le spese che una famiglia anche uni personale si ritrova a dover affondare tra tasse, imposte, bollette di utenze (acqua, gas, luce, telefono) e spese varie, ci si chiede come si fa a vivere o meglio a sopravvivere? Anche vivendo in condomino si aggiungono altre spese: pulizia interna ed esterna, cura spazi verdi, ascensori, illuminazione interna ed esterna, Fornitura centralizzata utenze, sicurezza e sorveglianza, miglioramenti e innovazioni, misure straordinarie non preventivabili. Secondo l’Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali), le spese condominiali in Italia ammontano a 1.000 euro/anno medie, queste sono le spese fisse, poi ci sono eventuali spese di ristrutturazione che possono essere ordinarie o straordinarie come tinteggiatura, abbattimento muri, pavimentazione, installazione impianti, da 1.500 realizzazione cucina e bagno, isolamento termico.
Non abbiamo inserito per una maggiore sintesi le relative voci di spesa ma sono abbastanza elevate per poterle affondare una persona con disabilità con la sola pensione d’invalidità e accompagnamento.
Oltre alle spese per mantenere una casa la persona si ritrova a dover affondare le spese sanitarie non sempre legate alla disabilità. Le spese sanitarie comprendono visite mediche generiche o specialistiche, l’acquisto di farmaci presso farmacie e para farmacie. Prestazioni degli ottici, degli psicologi, degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle strutture autorizzate a fornire i servizi sanitari e non accreditate. Prestazioni erogate dagli esercenti le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. A queste spese si aggiungono quelle che sono state comunicate all'Agenzia delle Entrate dalle Aziende Sanitarie Locali, dalle Aziende Ospedaliere, dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, dai Policlinici universitari, dai Presidi di specialistica ambulatoriale, dalle Strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa e dagli altri Presidi e Strutture accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari. Inoltre, sono indicate come spese sanitarie comunicate all'Agenzia delle Entrate da medici, medici-chirurghi e odontoiatri.
Infine nella dichiarazione precompilata sono indicate le spese sanitarie per le prestazioni erogate dalla farmacia, dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra e dalle strutture sanitarie militari. Le spese sanitarie si possono suddividere in generiche o assistenza specifica. Nelle spese sanitarie generiche vengono comprese le spese relative a: ticket, dispositivi medici CE, prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, visite mediche, prestazioni diagnostiche e strumentali, prestazioni chirurgiche ricoveri ospedalieri al netto del comfort, certificazioni mediche e altre prestazioni sanitarie (ad esempio quelle rese da psicologi o infermieri). Mentre le spese di “assistenza specifica” comprendono: l’assistenza infermieristica e riabilitativa, le prestazioni fornite dal personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale (se dedicate esclusivamente all’assistenza diretta della persona) e le prestazioni rese dal personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo, da quello con la qualifica di educatore professionale, dal personale qualificato addetto all’attività di animazione e di terapia occupazionale. Per i diversamente abili esistono due tipi di detrazioni IRPEF quella del 19 per 100 e quella del 4 per 100. Sono soggette all’ Iva agevolata del 4%, per esempio: le Servo scala e altri mezzi simili per il superamento di barriere architettoniche come le piattaforme elevatrici, protesi e ausili per menomazioni di tipo funzionale permanenti, protesi dentarie, apparecchi di ortopedia e di oculistica, apparecchi per facilitare l’audizione ai sordi, poltrone e veicoli simili, per inabili e persone con disabilità non deambulanti, anche con motore, prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto aventi ad oggetto la realizzazione delle opere per il superamento o l’eliminazione delle barriere architettoniche. Ma nel quadro legislativo italiano vi sono sono molte altre agevolazioni che permettono a una persona con disabilità di vivere una vita dignitosa che nei prossimi articoli saranno oggetto di approfondimento perché la legge non ammette ignoranza ma molte volte succede proprio questo, non si è a conoscenza di una legge e così alla persona con disabilità vengono negati diversi diritti che potrebbero evitare di alla stessa di cadere in una condizione di povertà parziale o assoluta.
Andrea Fornaia
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