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Enna - Festa di San Giuseppe. Solenne pontificale del Vescovo Gisana
Festa di San Giuseppe. Solenne pontificale del Vescovo don Rosario Gisana, a compimento della novena predicata da don Pio Lovetti. La costante di questi 10 giorni: un Santuario di San Giuseppe gremito di popolo. Una devozione, quella del popolo ennese, che, come ha detto monsignor Gisana “ Senza nulla togliere alla festa di Maria Santissima della Visitazione, occupa un posto speciale nella nostra città”.
E il vescovo ha voluto porre l’accento sulla “paternità” di San Giuseppe: “La paternità di San Giuseppe è stata speciale, poiché egli col suo atteggiamento amorevole verso Maria, prima, quando decide di ripudiarla in segreto, quindi non esponendola alla sicura lapidazione, e, successivamente, dopo che l’Angelo gli dice di accettarla come sposa, ricorda all’uomo l’enorme amore di Dio Padre”.
Monsignor Gisana ricorda anche la parabola del “Figliol prodigo” dove il padre, non solo perdona il figlio ribelle, ma lo ricopre di baci. Quindi un Dio che è amore totale verso i propri figli, ovvero gli uomini. E così è stato San Giuseppe, un uomo che ha amato incondizionatamente. Un passaggio finale il presule ha fatto sulle recenti forti posizioni di Papa Francesco contro la guerra, che, ovviamente, ha fatto sue.
Al termine della Messa è stata la volta del Rettore della Confraternita di San Giuseppe Giuseppe Restivo che ha ringraziato tutti, ad iniziare dall’infaticabile parroco, don Giacomo Zangara, colonna portante di tutta la festa, la Pro Loco di Enna, per aver permesso alcuni momenti ricreativi, consegnando una targa alla presidente Gioia Pugliese e, dulcis in fundo, i cittadini ennesi, che hanno letteralmente riversato un fiume di generi alimentari non deperibili da consegnare ai più bisognosi: “Ringraziamo i cittadini che ci hanno affidato tutti questi beni che noi cercheremo di distribuire oculatamente”. Ma la vera e grande protagonista della festa è stata la Confraternita, i cui componenti, con immane sacrificio e fatica, ma con grande gioia, urlando “Viva San Giuseppi”, hanno portato sulle spalle, per le vie della città, il fercolo della Sacra Famiglia, fermandosi alla chiesa Madre dove monsignor Vincenzo Murgano, ha celebrato la messa e, successivamente, continuando per tutta la via Roma, Via Libertà e Viale IV Novembre, fino alla Chiesa di San Sebastiano dove frà Domenico Gulioso, dei Francescani Minori durante la sosta, ha celebrato un breve momento di preghiera e ha impartito la benedizione.
Presente alla processione anche il parroco di San Bartolomeo, don Sebastiano Rossignolo, oltre che don Pio Lovetti e, ovviamente, don Giacomo Zangara. Sfiniti, ma felici di aver offerto questo sacrificio al “Santo Patriarca”, al “Santo Protettor”, i confrati, percorrendo la stessa strada in senso inverso, ad eccezione dell’ultimo tratto dove hanno deviato, come sempre, passando davanti alla chiesa dell’Addolorata, hanno riportato il fercolo con la Sacra Famiglia, presso il Santuario di San Giuseppe dove sono stati accolti dai tradizionali canti intonati dalla corale “San Giuseppe” che da decenni opera nel Santuario. Un ricordo, chi scrive, non può non dedicare, avendo trascorso tanti anni della sua religiosità, in quel Santuario, dedicare a P. Vittorio, a P. Gioe, a P. Pietro, a frà Antonino, a P. Angelo e a P. Raimondo, tutti tornati nella casa del Padre e un pensiero verso p. Giusto che è sofferente nel Convento dei Rimedi a Palermo.
Mario Pagaria
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