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Semplici emozioni: La disabilità con gli occhi di un bambino
Nel cercare notizie sul tema della disabilità mi sono imbattuto in un video dal titolo “la disabilità con gli occhi di un bambino" realizzato da Cristiano Abbate dall’Etnos, una cooperativa di Caltanissetta che già ho avuto modo di conoscere prima attraverso un’esibizione "A tu si que vales" dove hanno presentato la loro arancina speciale che è stata preparata dagli stessi ragazzi. I bambini hanno un modo tutto loro di vedere le cose, tutto quello che li circonda. Essere diverso significa non essere come tutti gli altri bambini, ma allo stesso tempo significa essere unico, irripetibile.
Ci si pone però una domanda: diverso da cosa? Rispetto a cosa? Il sentirsi bello o brutto ti mette in una condizione di diversità oppure il non avere delle qualità uguali alle altre persone? Essere diverso significa anche non avere lo stesso carattere, lo stesso modo di pensare e agire. Ma per i bambini cosa significa essere disabile? Alcuni bambini hanno sostenuto che significa avere un problema e che non può fare determinate cose. Disabilità significa non essere uguali agli altri e svolgere attività ma in modo diverso e anche sapere fare delle cose che magari quelli normali non sono in grado di fare e in questo contesto entra in gioco il termine diversamente abile.
Oppure chi non può camminare e sta su una sedia a rotelle è considerata una persona con disabilità, perché non ha la forza per compiere quest’azione. E ancora chi non può correre o muoversi, non avere qualche qualità da esprimere. In realtà non tutti riusciamo a esprimere le nostre qualità o ad avere determinate qualità, ma non per questo non si deve offrire la nostra amicizia alle persone che vivono una condizione di disabilità, anche loro hanno il diritto di vivere l’esperienza dell'amicizia.
Lo scopo del video è stato quello di presentare la casa di Jose che ha lo scopo di accogliere ragazzi con disabilità nel momento in cui le famiglie non si potranno prendere più cura di loro perché avanti con l’età. Lo scopo del progetto non è solamente realizzare un alloggio dove verranno assistiti ma offrire loro anche una opportunità lavorativa dove impareranno a cucinare, coltivare e soprattutto a socializzare con gli altri.
Raccontare di questo progetto, che si pone come obiettivo l'inserimento lavorativo di persone con disabilità calza a pennello in un giorno come il 12 marzo in cui ricorre l'anniversario della legge n. 68 del 1999 sul collocamento obbligatorio delle persone con disabilità. In realtà questo non è l’unico progetto che cerca di capire come i bambini vedono la disabilità perché già nel 2018 era stato bandito una vero e proprio concorso rivolto alle scuole allo scopo di scoprire come i bambini vedono il mondo della disabilità e qual è il loro approccio. Sembrerebbe che i due termini “vedere e approcciarsi” abbiano lo stesso significato ma in realtà non è proprio così, vedere non significa avvicinarsi, io posso osservare una situazione o uno stato ma non viverlo nella sua pienezza.
Viceversa l’approccio è un qualcosa di più diretto, di più intimo che ti dà l’opportunità di vivere concretamente quell’esperienza. Cosi com’è spiegato anche nell’articolo di www.disabili.com quando l’approccio al mondo della disabilità è fatto fin dall’infanzia, tutto avviene in modo più naturale, più semplice e la scuola è il luogo più adatto a questo primo approccio al mondo della disabilità, alla presenza di figure professionali che sappiano inserire il bambino al mondo della disabilità o della diversità. Disabilità e diversità possiamo dire che sono dei mondi paralleli dove nel suo approccio i bambini devono essere guidati. Nel caso nella scuola citata nell’articolo i piccoli studenti sono stati stimolati a spiegare come vedono la disabilità attraverso la scrittura, un mezzo di comunicazione non verbale.
Gli occhi dei bambini vedono tutto in modo diverso, con più semplicità e leggerezza anche all’interno della disabilità, un bambino possiede maggiori capacità a svolgersi una relazione al mondo della disabilità non si pone domande se non è condizionato da qualcuno o da qualcosa con i suoi occhi, riesce a vedere oltre la disabilità del proprio amico di scuola o di giochi con cui condividere le proprie emozioni.
Andrea Fornaia
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