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Conoscere il mondo della disabilità
La disabilità non è un mondo che puoi conoscere solamente dai libri, ma è l’esperienza diretta che te lo permette. Questo è il taglio che si pone l’e-book trovato su internet dal titolo “Conoscere il mondo della disabilità”, titolo sul quale mi sono posto alcune domande e sulle quale cercherò di trovare delle risposte: conosciamo veramente cosa significa essere disabile o solamente chi lo vive sulla propria pelle lo può capire. Molto spesso si lavora, si parla con una persona con disabilità ma, si riesce veramente a comprendere cosa prova, quali sono i suoi bisogni o desideri? Conoscere il mondo della disabilità non è inteso solo come acquisizioni di nozioni per la cura e l’assistenza di una persona con disabilità, ma andare oltre alle conoscenze scientifiche e capire il suo stato d’animo, di cosa ha bisogno veramente. Chi si occupa di una persona con disabilità ovvero il personale qualificato, istituzioni, ma anche associazioni di volontariato, la maggior parte delle volte si ferma ai fabbisogni fisici, pratici del soggetto che assiste e non riesce ad andare oltre per capire quali possono essere i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi sogni. Per fare questo è necessario che vangano rimossi tutte quegli ostacoli che possono impedire a una persona con disabilità di vivere la propria vita in modo autonomo, ostacoli che possono diventare cause di disuguaglianze. La stessa Costituzione Italiana all’articolo stabilisce che: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Ostacoli che possono essere più difficili da superare per le persone con disabilità e che diventano fonte di maggiori disuguaglianze all’interno della società. Al fine di evitare tutto questo è necessario realizzare delle politiche d’integrazione che diano la possibilità sia a loro e alle persone normodotate di conoscersi. Molto spesso è la disinformazione che porta ad avere paura della disabilità. Chi si approccia per la prima volta alla disabilità si pone diverse domande: quali argomenti trattare? Come faccio a non ferire la sua sensibilità? Per conoscere la disabilità da un punto di vista professionale è necessaria una particolare formazione in base al contesto in cui avviene l’integrazione del soggetto con disabilità: integrazione scolastica, lavorativa e sociale. Ogni forma d’integrazione è disciplinata in generale dalla legge n. 104 del febbraio 1992 detta, legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. La legge in oggetto distingue tre contesti d’integrazione quello sociale, scolastico e lavorativo. Ma affinché questo avvenga è necessario il supporto di figure professionali che conoscono il mondo della disabilità nelle sue molteplici sfaccettature. Conoscere questo mondo permette di sostenere nei migliori dei modi i soggetti con disabilità per comprendere i loro bisogni e trovare delle soluzioni. Oltre la scuola e il lavoro anche lo sport, come molto spesso viene evidenziato, gioca un ruolo fondamentale nell’integrazione delle persone con disabilita. Per molti, lo sport è diventato uno strumento fondamentale non solo come canale d’integrazione con altri disabili e no, ma anche un modo per andare oltre alla propria disabilità per dimostrare a sé stessi ma anche agli altri le proprie capacità e risorse, nonostante i propri limiti. Altro elemento fondamentale per una piena integrazione per le persone con abilità diverse sono i servizi. Servizi che devono essere garantiti dallo stato e che devono essere efficienti ed efficaci. Ma affinché uno stato eroghi servizi efficienti ed efficaci è necessario che conosca la disabilità e individui le necessità di questi soggetti. Quindi, un elemento fondamentale per aiutare una persona con disabilità è una conoscenza a trecentosessanta gradi del tema, non solo su base scientifica ma anche su quello sociale.
Andrea Fornaia
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