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- Categoria: Redazionale
Enna - Invasione di cinghiali: grave pericolo per l'incolumità e l'economia
Prima o poi doveva accadere ed è accaduto. L'invasione di cinghiali anche in provincia di Enna sta creando un grave pericolo per l'incolumità pubblica e rappresenta una seria minaccia per l'esercizio delle imprese agricole.
I cinghiali si riproducono due volte l'anno e non avendo in Sicilia un predatore naturale come il lupo, per esempio, l'unico antagonista del cinghiale resta il cacciatore. Ma questo viene fermato il più delle volte dalla burocrazia, che pensa più a sistemare le proprie carte che a risolvere il problema ed ecco che l'invasione è bella e servita.
Questo fenomeno ha portato a un significativo depauperamento delle attività economiche agricole, costringendo decine di aziende zootecniche, molte delle quali a conduzione familiare e gestite da giovani imprenditori, ad abbandonare il territorio. Queste aziende, alcune presenti da secoli, avevano programmato progetti virtuosi per lo sviluppo aziendale a beneficio del territorio e della collettività, ma sono state fermate dall'invasione incontrollata di questi animali.
I danni causati dai cinghiali sono ingenti: hanno invaso intere aree della provincia e della regione, distruggendo colture, pascoli, seminativi e frutteti. Oltre a questo, il passaggio in branchi hanno danneggiato strutture come recinzioni, muretti a secco, casolari e strade, tutte opere di inestimabile valore architettonico, storico e culturale. L'abbandono dei territori da parte degli agricoltori e degli allevatori, che fungono da naturali custodi e guardiani, ha favorito la propagazione di disastri ambientali come incendi, causando danni incalcolabili all'ecosistema, alla fauna e alla biodiversità.
L'escavazione dei cinghiali e dei loro ibridi ha aggravato il dissesto idrogeologico, provocando smottamenti e frane. La facile penetrazione delle acque piovane nei terreni smossi da questi animali ha aumentato la vulnerabilità del territorio, amplificando i rischi di frane.
La lunga siccità di quest'anno ha ulteriormente aggravato la situazione delle aziende zootecniche, già in difficoltà per la mancanza di foraggi e acqua. La presenza persistente dei cinghiali nei pascoli e nei seminativi complica ulteriormente la gestione aziendale, mettendo a rischio l'autosufficienza foraggera necessaria per soddisfare le esigenze alimentari del patrimonio zootecnico. Questo ha portato molte aziende a dismettere parte o tutto il loro bestiame, causando gravi danni economici e morali.
Nonostante le ripetute segnalazioni da parte di agricoltori e cittadini, le istituzioni regionali e locali non hanno predisposto un piano efficace di contenimento per limitare la proliferazione di questi animali selvatici. Le richieste di risarcimento per i danni subiti sono rimaste inascoltate, aggravando ulteriormente la frustrazione degli imprenditori agricoli. Inoltre, le istituzioni sanitarie veterinarie non hanno attuato misure preventive adeguate per scongiurare il rischio di diffusione di malattie infettive come la BRC, la TBC e la PSA.
È urgente che le istituzioni, con la Regione Sicilia in testa, intervengano per porre rimedio a questa situazione incresciosa. Anche se l'attivazione di selettori per gli abbattimenti è un passo avanti, in alcune province come Enna le operazioni sono rimaste ferme a causa delle resistenze del servizio veterinario. È necessario un intervento deciso e coordinato per affrontare questa emergenza e salvaguardare il territorio e l'economia agricola dell'isola.
Massimo Castagna
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