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Enna – Un dormitorio per chi non ha nulla, ostaggio della burocrazia
Un ricovero, un dormitorio per senza tetto, senza fissa dimora e migranti: è una struttura comunale in via Paolo Lo Manto che serve al bisogno e di questi tempi i bisogni sono tantissimi.
Attraverso un regolamento comunale la struttura sarebbe stata affidata all'esterno e oggi è guidata dalla Cooperativa San Francesco di Palermo che deve attenersi agli ospiti che gli manda il comune che verifica innanzitutto se si è in possesso del permesso di soggiorno e di tutti gli altri requisiti richiesti, se le notizie in nostro possesso sono esatte.
Fin qui tutto sembrerebbe normale, ma così non è, perchè i diaconi della Caritas di Enna quasi giornalmente si trovano a dove affrontare problemi grandi come una montagna.
L'ultimo esempio di ieri un ragazzo iracheno viene mandato ad Enna dal catanese per essere ospitato qui. Qualche bagaglio, infreddolito si ritrova da solo nella stazione ferroviaria di Enna. Qualcuno avverte la Caritas; i diaconi e qualche altro volontario corrono a soccorrere il profugo con permesso di soggiorno temporaneo.
Occorre trovare una sistemazione temporanea ed ecco che si mettono in contatto con il dormitorio, ma non possono accettarlo perchè deve essere il comune a segnalarlo, ma gli uffici comunali ormai sono chiusi e allora che si fa?
Telefonate una dietro l'altra quando il diacono Salvatore Orlando riesce a mettersi in contatto con la struttura fondata da Biagio Conte, con una delle sedi distaccate a Valguarnera retta dal parroco Samuel La Delfa. Il giovane è stato ospitato e si trova a Valguarnera.
Fatti come questi avvengono ogni giorno e non dare una mano d'aiuto a questi poveri disgraziati che spesso fuggono da guerre e violenze di ogni tipo, è da esseri incivili.
Gli uomini della Caritas non è la prima volta che mettono mani intasca per fare dormire questi soggetti in b&b, farli mangiare e dare loro qualcosa.
Nella “Città della Gentilezza” non è possibile avviare un procedura per l'accoglienza in caso di emergenza? Se un povero, un profugo arrivano dopo la chiusura degli uffici comunali che fanno, in attesa dell'apertura, dormono al freddo?
E allora chi è preposto a questo servizio estremamente prezioso si dia da fare in fretta. La povertà non può certo aspettare i tempi di una burocrazia ormai diventata il cancro del nostro Paese.
Massimo Castagna
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