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Enna, la Provincia dei Paradossi: il Centrodestra si Frantuma, il Centrosinistra si Illude (di Massimo Castagna)
Archiviato il voto per il rinnovo degli organi della Provincia di Enna, è il momento di andare oltre i numeri e leggere politicamente ciò che sta accadendo. La fotografia che emerge è nitida, impietosa e inequivocabile: il centrodestra è una galassia frantumata, incapace di elaborare una sintesi politica e sempre più irrilevante. E sebbene nel centrosinistra la situazione sembri meno caotica, anche lì le contraddizioni non mancano. Il caso che tiene ancora banco ed è il più emblematico resta quello di Forza Italia ennese.
L’On. Luisa Lantieri, finita al centro di una polemica interna alla coalizione per la sconfitta del candidato presidente Rosario Colianni, ha replicato con parole che meriterebbero maggiore attenzione e meno ipocrisia: "Se i voti sono mancati, ogni partito dovrebbe fare un onesto mea culpa". Forse la vice presidente dell'ARS ha ragione, perchè pensare che una singola segreteria provinciale possa determinare uno scarto di oltre 17 mila voti è non solo ingenuo, ma poco rispettoso per chi conosce i meccanismi politici. I numeri dicono: 58.858 voti ponderati per Capizzi contro 41.572 per Colianni. Un distacco netto di 17.286 voti, pari al 17,2%.
Il motivo vero probabilmente è che da oltre vent’anni il centrodestra ennese è incapace di strutturarsi. Assente nei territori, privo di una classe dirigente coesa, ostaggio di piccoli potentati locali slegati dai bisogni della provincia, continua a perdere terreno davanti a un centrosinistra che, sebbene non immune da problemi, ha almeno il merito di presentarsi con una proposta riconoscibile, che tenta di coinvolgere tutti gli altri partiti, Forza Italia e DC in testa e lavora su temi concreti: università, policlinico, ambiente. Con una leadership chiara, capace di federare anime diverse, e un Partito Democratico che, con tutte le sue contraddizioni, resta il più strutturato e radicato. Eppure, anche nel PD il successo rischia di essere fuorviante.
Vincere non basta, bisogna anche capire come si vince ed il PD dovrà fare una profonda valutazione sul risultato di Enna Città, dove si pone fin d’ora la necessità di stabilire i giusti equilibri. Se l’intero fronte delle ‘opposizioni ha tenuto rispetto alla candidatura del Presidente, la stessa cosa non si può dire della candidatura al Consiglio impersonata da Salvatore Cappa “Salvato” dai quattro voti dei centristi, che hanno tamponato la diversa scelta delle altre forze di opposizione e soprattutto di metà del gruppo consiliare PD; una logica di indubbia scuola democristiana, che proietta il gruppo che ha votato Cappa, se non proprio come forza trainante della futura coalizione, certamente come interlocutore privilegiato, tanto più che nulla esiste a sinistra del PD e che quindi l’unico riferimento non può che andare verso il centro.
Un Pd che dovrà sforzarsi di ritrovare unità e comunque di interpretare la diversità in modo da condurre una sinergica azione politica. Le elezioni di domenica fanno emergere i soliti contrasti, le solite guerre interne, quelle che hanno fatto perdere il centro sinistra in modo sistematico. Affossare il candidato del PD ennese mirava ad un rimescolamento del governo PD ad Enna, tentativo fallito fin dalla mancata candidatura di Tiziana Arena, esposta e non adeguatamente difesa da chi l’aveva proposta con questo intento.
Oggi è il momento di iniziare un nuovo percorso che se vorrà essere vincente dovrà essere tale da coinvolgere tutti gli attori della futura alleanza, senza diktat e senza colpi di mano. In questo scenario, appare chiaro che la politica locale ha bisogno di una svolta.
Il centrodestra, se vuole tornare competitivo, deve chiudere la stagione del civismo improvvisato e costruire una proposta politica strutturata, con liste di partito vere, programmi condivisi e un federatore credibile. Basta con il pendolarismo tra Palermo e Roma: si riparta dai consiglieri comunali, dai corpi intermedi, da chi vive davvero il territorio. Il centrosinistra, dal canto suo, non può sedersi sugli allori. Vincere non basta, bisogna capire perché si vince e soprattutto come evitare che le solite fratture interne diventino il pretesto per nuove sconfitte. Il PD in provincia di Enna non può contare su alleati di spessore elettorale; M5S e cespugli vari garantiscono poco, molto poco. La sfida che si apre adesso non è solo quella di amministrare, ma di costruire una politica nuova. Una politica fatta di visione, responsabilità e radicamento. Serve coraggio. Ma soprattutto, serve verità.
Massimo Castagna
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