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Ex Province, perché è un bene rimetterle in moto?
Con la scomparsa delle Province, enti intermedi tra Comuni e Regioni, sono venuti meno servizi essenziali nelle scuole, la manutenzione delle strade, il controllo delle pendici e via discorrendo. Quasi nulli i collegamenti con gli altri enti, come Comuni e Regioni. Si spendeva troppo e male, si diceva, come se il male dell’Italia fossero le province, salvo poi, così come la Sicilia, ad accorgersi che i commissariamenti di anni e anni, costavano tanto e hanno portato non solo ad una improvvisazione inimmaginabile, ma anche a tagli di servizi, essendo venute meno risorse non indifferenti.
Con la loro soppressione si arriva anche a non poter individuare responsabilità, basta guardare cosa è accaduto ad Ischia con controlli non eseguiti che una volta erano competenza delle ex province; con la loro abolizione, ovviamente si è avuto un vero e proprio svuotamento delle funzioni. Ora il dibattito è nazionale, ci si accorge che le ex province servivano, eccome.
Il presidente dell’Upi, Michele De Pascale ha detto recentemente che “Le Province sono pronte a dare il loro pieno contributo al tavolo di lavoro varato dal governo ma per recuperare il tempo perduto è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto le risorse indispensabili. Sono anni che, come Upi, denunciamo che con il depotenziamento del nostro livello di governo si sono indeboliti i territori”.
“I territori - aggiunge De Pascale - hanno perso risorse e non hanno più goduto della necessaria prossimità nella programmazione e pianificazione coordinata degli interventi. Ora non possiamo che accogliere con favore la decisione del Governo di coinvolgere le Province nel piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico varato oggi dal Consiglio dei Ministri, ma per recuperare il tempo perduto è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto delle risorse indispensabili”.
In Sicilia ci si sta dando da fare, per Schifani occorre ritornare alla elezione di primo grado, con tanto di Presidente e Consiglio Provinciale, e il fronte favorevole coinvolge quasi tutte le forze politiche.
Un disegno di legge depositato dal deputato Fabio Venezia del PD da ancora più slancio ad una iniziativa parlamentare e sono in tanti ad essere convinti che dopo maggio si torni a votare.
In un documento il comitato Pro Province esprime apprezzamento, attraverso il presidente Giuseppe Sangiorgi: “Se da un lato apprendiamo con viva soddisfazione, le dichiarazioni rilasciate dal presidente Renato Schifani sulla volontà di ripristinare le Province e l’elezione diretta, dall’altro rimaniamo preoccupati per il disegno di legge presentato dal partito democratico. Quel partito che ha messo in atto riforme di difficile applicazione, azzerando la politica del territorio e lasciando la guida degli enti ad una burocrazia autoreferenziale e dannosa, con una classe dirigente spesse volte non all’altezza delle situazioni, consegnandole impropriamente a commissari straordinari e a sindaci metropolitani di passaggio e delegittimati dalla sentenza della Corte Costituzionale”.
“Auspichiamo, vista la disastrata legge Delrio e le fallimentari riforme non riforme conseguenziale del Governo Crocetta – continua Giuseppe Sangiorgi – che il Presidente Schifani vada oltre i già proclami di Musumeci e che si impegni nel mettere in atto una propria legge di riforma sulla quale potranno convergere tutte le forze politiche, per riconsegnare gli enti a dei rappresentanti istituzionali che sappiano assolvere ai compiti di programmazione e controllo entrambi assenti dal lontano 2012. Politici eletti direttamente che con responsabilità siano in grado di organizzare finalmente gli enti sovracomunali con strutture organizzative compatibili alle esigenze dei territori, dei cittadini e delle imprese in base alle attuali competenze o a quelle che eventualmente Governo e Assemblea riterranno di assegnare”.
Ritornare a dare al nostro territorio regionale l’ente intermedio Provincia, significa attribuzione di competenze, di responsabilità e servizi al cittadino; e un collegamento chiaro tra Comuni e Regione. Le clamorose iniziative mediatiche di Crocetta che forte di un microfono acceso, hanno causato danni incalcolabili alla Sicilia, mentre lui dal paradiso tunisino, forse ripensa al momento di gloria vissuto, mentre i siciliani si leccano le ferite.
Massimo Castagna
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