La Cgil Sicilia denuncia l'abbandono dei servizi per la prima infanzia da parte del governo regionale e i tagli del governo nazionale. Dei 111 milioni di euro previsti dal Piano Regionale 2017 (fondi europei), la maggior parte non è stata ancora utilizzata, mentre il Piano Nazionale per i servizi all'infanzia e agli anziani non autosufficienti è stato cancellato, privando la Sicilia di quasi 80 milioni in 10 anni.

Attualmente, solo il 12% dei bambini tra 0 e 3 anni in Sicilia ha accesso agli asili nido pubblici, molto al di sotto della soglia del 33% prevista dalla Convenzione di Barcellona e del 45% fissato dall’UE. Il governo nazionale ha inoltre ridotto al 15% la soglia dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEPS) per il Sud, ampliando le disuguaglianze territoriali rispetto al Nord.

La situazione è aggravata dai ritardi nell’utilizzo dei fondi del PNRR, con scadenze imminenti e mancanza di chiarezza sullo stato dei progetti per nuovi posti nido. La Cgil Sicilia critica anche le "politiche dei bonus", ritenendo indispensabile una strategia di infrastrutturazione sociale adeguatamente finanziata.

Il sindacato promuove la mobilitazione “La controffensiva delle donne siciliane contro l’autonomia differenziata”, organizzando iniziative il 5 dicembre in nove città siciliane per sensibilizzare sulle disuguaglianze territoriali e sulle ricadute negative di ulteriori tagli e politiche divisive.