Le aggressioni ai professionisti della sanità hanno raggiunto livelli critici, con 25.940 episodi ufficiali denunciati in Italia nel 2024, un aumento del 33% rispetto all'anno precedente. Lombardia (+25%), Campania (+22%), Puglia (+20%), Lazio (+19%) e Sicilia (+18%) guidano la classifica delle regioni più colpite. L'emergenza si concentra nel Nord Italia (63% dei casi), seguito dal Sud (26%) e dal Centro (11%).

Le vittime e i responsabili:

• Il 73% delle vittime sono donne, principalmente infermieri e fisioterapisti.
• Il 72% degli episodi non viene denunciato per paura o rassegnazione.
• Gli aggressori sono spesso pazienti o familiari esasperati da ritardi e disservizi.

Proposte del Prof. Foad Aodi (AMSI-UMEM-Uniti per Unire):

• Ambulatori per codici bianchi: Riduzione del sovraffollamento nei pronto soccorsi tramite strutture dedicate a casi non urgenti.
• Punti Soccorso nei comuni più isolati: Collaborazione tra sanità pubblica, privata e medici di base per interventi rapidi.
• Rafforzamento della sanità territoriale: Sinergia tra medici di famiglia, specialisti e ospedali.

Fenomeno globale:
A livello mondiale, le aggressioni ai sanitari sono aumentate del 39%, con incrementi significativi negli USA (+40%) e nel Regno Unito (+35%). L'Africa e il Medio Oriente riportano i tassi più elevati di violenza e restrizioni legislative sui medici, complicando ulteriormente la situazione.

Conclusione:
AMSI e UMEM richiedono riforme urgenti per garantire sicurezza e dignità al personale sanitario e un accesso equo ai servizi per i cittadini. "Il sistema sanitario non può essere lasciato solo: servono soluzioni strutturali e immediate," ha dichiarato il Prof. Aodi.

Questa emergenza richiede un'azione coordinata per salvaguardare la salute e il futuro dei professionisti sanitari e delle comunità che servono.