A Bagheria si è tenuto un consiglio comunale aperto, primo di una serie di eventi in preparazione alla storica "Marcia antimafia da Bagheria a Casteldaccia", promossa dal Centro Studi Pio La Torre per il prossimo 26 febbraio. L'incontro ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo associativo, sindacale, ecclesiastico e politico per lanciare un messaggio di responsabilità collettiva e memoria storica, rivolto soprattutto alle nuove generazioni.
Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre, ha sottolineato come la mafia, pur meno visibile, resti attiva grazie a legami con la politica e altre forme di criminalità. «Non possiamo delegare l'antimafia solo a forze dell'ordine e magistratura», ha dichiarato, evidenziando l'importanza di un impegno civile e condiviso.
Emilio Miceli, attuale presidente del Centro, ha definito il 26 febbraio la "Giornata della Memoria" del territorio, ricordando che dal 1983 la marcia rappresenta un segno tangibile di attenzione e mobilitazione di studenti, cittadini e insegnanti contro la presenza mafiosa.
Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia, ha evidenziato il pericolo dell'indifferenza e del consenso sociale verso la mafia, che oggi agisce attraverso la corruzione e il traffico di droga. Ha esortato a costruire un impegno civile forte, sottolineando che la lotta alla mafia riguarda ogni cittadino.
Dario Fazzese, segretario della CGIL di Bagheria, ha ricordato che gli arresti di esponenti mafiosi dimostrano la continua operatività dell’organizzazione criminale, ribadendo la necessità di mantenere alta l’attenzione.
Questo consiglio comunale ha rappresentato un esempio di sinergia tra istituzioni e società civile, confermando la volontà di promuovere azioni concrete contro la criminalità organizzata. La Marcia del 26 febbraio sarà un ulteriore passo per riaffermare il valore della memoria e della partecipazione come strumenti di contrasto alla mafia.