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Roma - Emergenza infermieri in Italia: oltre 20.000 professionisti lasciano il SSN nel 2024
Il Sistema Sanitario Nazionale italiano è alle prese con una crisi senza precedenti: nel 2024 oltre 20.000 tra infermieri, ostetriche e altri professionisti dell’assistenza hanno abbandonato il settore pubblico, un numero più che raddoppiato rispetto al 2023. Le regioni più colpite sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.
Secondo Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, le cause di questa vera e propria “fuga” sono molteplici: stipendi troppo bassi (circa 1.500 euro netti al mese), turni estenuanti, carichi di lavoro insostenibili e una qualità della vita sempre più compromessa, specie nelle città del Nord. A ciò si aggiungono il crescente numero di aggressioni, la mancanza di valorizzazione professionale e prospettive di carriera inesistenti. Il risultato è un pericoloso aumento del burnout e del disagio psicologico tra gli operatori sanitari.
L’Italia, inoltre, registra un drastico calo di iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica: tra il 2010 e il 2024, le domande sono diminuite di oltre il 50%. Questo trend, unito alle difficoltà nei concorsi pubblici (che restano deserti per le retribuzioni poco attrattive), aggrava ulteriormente la carenza strutturale di personale.
Anche le ostetriche sono in sofferenza, con un deficit stimato di circa 8.500 unità, e la loro richiesta di un’indennità specifica è ancora inascoltata.
Le regioni del Nord, dove il costo della vita è più alto, stanno perdendo personale a favore del Sud, dove molti professionisti tornano per motivi economici e familiari, optando per la libera professione.
Se non verranno adottate con urgenza misure concrete per migliorare condizioni economiche e lavorative, il rischio concreto è il collasso del sistema sanitario pubblico. Secondo De Palma, solo un serio intervento statale potrà fermare l’emorragia e ridare dignità alle professioni sanitarie.
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