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No alla Violenza - Il metodo S.A.R.A. in Italia. Le Sezioni B e C e i fattori di rischio
Nella Sezione B del metodo S.A.R.A. - S, che prende in considerazione l’adattamento psico-sociale, tra i 5 fattori troviamo:
1) i precedenti penali. Chi nel passato ha agito violenza, sia nell’ambito familiare sia fuori dalla famiglia, è a rischio di recidiva in quanto il comportamento violento è espressione della sua personalità e dei suoi atteggiamenti relazionali;
2) i problemi relazionali: l’uomo vive con la propria partner, ma lei vuole interrompere la relazione oppure l’uomo è separato dalla propria partner, ma vuole rimettersi con lei contro la sua volontà;
3) la separazione improvvisa e il recente status di disoccupazione o inoccupazione o problemi finanziari.
4) l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool tali da indurre uno stato di alterazione della coscienza dell’individuo che può mettere in atto comportamenti violenti molo gravi. Abuso medicinali con compromissione funzioni sociali (ad esempio, la salute, le relazioni, il lavoro, problemi con la giustizia);
5) i disturbi mentali o altre gravi forme di malattia mentale. I disturbi di personalità sono caratterizzati da rabbia, impulsività, instabilità comportamentale, e sono associati ad un crescente rischio di comportamento violento. Segnali di minacce, ideazione e intenzione di suicidio (ad es. pensieri, impulsi o pianificazioni di suicidio o di autolesionismo).
Nella Sezione C, dove si da rilevanza alla vulnerabilità della vittima, tra i 5 fattori troviamo:
1) la condotta incoerente nei confronti del reo (giustificazione e minimizzazione). La percezione e l’opinione che la vittima ha dell’autore e del suo comportamento violento può condizionare la capacità di proteggersi;
2) la paura estrema nei confronti dell’aggressore;
3) il sostegno inadeguato alla vittima: assenza di servizi adeguati sul territorio, scarsa mobilità della vittima, vittima straniera che non conosce la lingua, la cultura, senza permesso di soggiorno;
4) la scarsa sicurezza di vita: vivere in abitazioni che non garantiscono sicurezza, non disporre di un’indipendenza (macchina, telefono), lavorare a stretto contatto con il reo, la vittima e il reo hanno figli in comune affidati a entrambe o che l’uomo ha diritto a vedere;
5) i problemi di salute psicofisica e/o dipendenza. Le vittime di violenza domestica possono presentare patologie croniche e acute o problemi di salute mentale o di abuso di alcol o droghe o di psicofarmaci a seguito delle condotte violente. Problemi ricorrenti sono ansia, disturbo post traumatico da stress, depressioni, problemi di salute mentale o tendenze suicidarie.
I fattori di vulnerabilità incrementano il rischio che la donna possa essere uccisa per diversi motivi (Baldry, 2015): Aumentano la probabilità che la donna instauri una relazione con un uomo maltrattante/uxoricida; sono rappresentativi di una ridotta capacità della donna di prendersi cura di sé e quindi di proteggersi Impediscono di percepire i rischi che corre nell’avere quella relazione; Diminuiscono la possibilità che la donna stessa possa intraprendere delle azioni protettive una volta identificato il rischio Fattori di vulnerabilità della vittima
Carmela Mazza
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