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- Categoria: No alla Violenza
No alla Violenza - Le strategie di intervento efficaci nella valutazione del rischio: l’I.S.A.
L’I.S.A. (Increasing Self Awareness) è uno strumento di autovalutazione del rischio composto da una serie di domande che riguardano sia la storia personale della donna con il partner, sia la sua condizione psicologica; ed è rivolto a tutte quelle donne che ancora non hanno chiamato un centro antiviolenza, non hanno denunciato, forse non ne hanno mai parlato con alcuno.
Attraverso l’ISA, le vittime dovranno individuare la presenza o l’assenza dei fattori di rischio; il tipo di violenza subita e in seguito registrarne le risultanze su un calendario mensile e compilare l’ISA che, peraltro, on-line consente di raggiungere ancora più donne.
Si tratta di un modulo da compilare sulla base della propria situazione personale al fine di cogliere qual è il livello di pericolo che si sta correndo. Una volta compilato, si ottiene un “punteggio del rischio” in base a quello che succede nella relazione violenta e, di conseguenza, viene indicato cosa è opportuno fare: rivolgersi ai centri antiviolenza, oppure a monitorare la situazione o a chiamare immediatamente le FFOO.
Essere riuscite a mettere a punto uno strumento che consenta a qualsiasi donna che ha subito violenza di autovalutare il rischio che la violenza si ripeta e divenga sempre più aggressiva e pericolosa, in una escalation che può portare anche alla morte, è uno dei successi delle ricercatrici di Differenza Donna.
Si tratta di un progetto europeo che l’Associazione Differenza Donna, attraverso le sue operatrici e ricercatrici, ha realizzato, tra il 2008 e il 2010, come capofila con altri tre partner: Scozia, Portogallo, Paesi Bassi.
L’obiettivo è aiutare tutte quelle donne che non hanno raggiunto un sufficiente livello di consapevolezza della loro situazione. Sono animate dalla speranza che la loro condizione migliorerà, si autocolpevolizzano, ritengono che la pazienza e il silenzio siano un buon metodo, minimizzano.
Invece anni e anni di esperienza nei centri antiviolenza e numerose ricerche scientifiche dimostrano che dalla spirale della violenza da sole non si riesce ad uscire.
Sono necessarie consapevolezza, scelte coraggiose, impegnative e figure competenti.
Scopo della valutazione del rischio di recidiva non è tanto quello di “predire” chi è maggiormente a rischio di reiterare la violenza, ma di prevenire la recidiva e l’escalation della violenza domestica.
Infatti, individuare i fattori di rischio permette di: mettere a punto strategie preventive efficaci per scongiurare il rischio di femminicidio, attuare piani e strategie di protezione della vittima; prendere decisioni in ambito giudiziario e disporre di misure restrittive qualora avvengano altri reati che possono fare presagire il rischio di femminicidio.
Insieme ai fattori di rischio del reo, vanno analizzati anche i fattori di vulnerabilità della vittima: eventuali circostanze o caratteristiche personali o di personalità che la rendono più vulnerabile, meno capace di chiedere aiuto, e di uscire dalla violenza.
Già oltre 1500 donne hanno compilato il questionario, molte di loro ci hanno contattato o hanno contattato uno dei centri della Rete Nazionale D.I.R.E per parlare della loro storia e, pian piano, prendere consapevolezza di quello che stanno subendo e venirne fuori.
Carmela Mazza
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