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- Categoria: No alla Violenza
Ghosting
Fenomeni particolari attraverso cui si realizza la violenza psicologica sono il “ghosting”, l’“orbiting”, il “zombieing”, ecc….
Il ghosting, dal termine inglese “ghost” che vuol dire “fantasma” è il comportamento aggressivo passivo usato con frequenza da quei soggetti definiti “tossici” che mettono fine ad una relazione interrompendo tutti i contatti ed ignorando i tentativi di comunicazione del partner.
Infatti, questo comportamento si traduce in una scomparsa improvvisa: ci si frequenta per un pò, ci si sente regolarmente, iniziando a sviluppare qualcosa di più di un’amicizia e poi ecco che improvvisamente uno dei due sparisce misteriosamente. Non risponde ai messaggi, non si fa più vivo, non chatta, senza fornire alcuna spiegazione.
In questo modo si rimandano le responsabilità emotive legate alla decisione di voler interrompere una storia, giustificandosi con l’auto-convinzione del “lo faccio per il suo bene”, evitando il peso del confronto.
Questo tipo di comportamento, che solitamente si manifesta attraverso i social network, produce nelle vittime un senso di rifiuto e di annientamento, di morte interiore.
Viene attuato quando i soggetti tossici hanno già un’alternativa da tempo e pianificano il momento peggiore per metterlo in atto, ossia il momento di maggior coinvolgimento emotivo della vittima nella relazione, durante un momento significativo o una ricorrenza o in un momento di fragilità personale.
Per il “ghoster” diventa meno impegnativo e faticoso tirarsi indietro anziché dire perché si vuole interrompere un determinato legame.
Il pensiero che sembra celarsi dietro questo atteggiamento è: “sparisco così faccio capire in modo ‘indolore’ all’altro che l’interesse si è esaurito”.
Generalmente coloro che mettono in atto questo comportamento dimostrano una certa immaturità emotiva e non riescono a parlare dei propri sentimenti in modo maturo.
Una volta capito il fenomeno, è meglio stare lontani/e da questa tipologia di soggetti onde evitare di soccombere ed eventualmente chiedere aiuto e rivolgersi ad uno/a psicologo/a per dei colloqui di supporto.
Carmela Mazza
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