Handicappato disabile, diversamente abile: Quale è il termine più appropriato per non ferire nessuno?

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Dettagli: Categoria: Terzo Settore; 03 Aprile 2021

Affidandosi al web inserendo la parola “disabilità” tra le prime informazioni che vengono fuori sono legate alla terminologia usata per indicare una for

persona che presenta dei deficit che possono essere di tipo fisico e/o psichico. Nel corso della storia si è cercato di migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità e, allo stesso tempo, trovare dei termini adatti per indicare le persone che presentano un deficit di qualsiasi genere. Uno dei primi termini utilizzati per indicare queste persone era handicap o addirittura in senso dispregiativo handicappato. Così come viene spiegato nel vocabolario Treccani il termine e di origine inglese hand-in- cap che letteralmente significa “mano nel berretto” in nome di un gioco d’azzardo del Seicento. Di seguito verrà usato nel mondo dello sport e in particolare nella corsa tra uomini, cavalli e cani dove, a coloro che presentavano più difficoltà rispetto agli altri, veniva concessa l’opportunità di potersi aggiudicare il premio. Tutto questo verrà confermato in un libro “La mano nel cappello” - Monti Editore, Saronno, Varese, scritto dalla giornalista Gabriella Mironi con Antonella Vandelli dove raccontano che proprio nel 600 due uomini, che volevo fare un baratto fra beni di valore diverso, mettevano la compensazione monetaria proposta nel pugno chiuso all’interno del cappello. Mentre un secolo più tardi il termine hand-in- cap sarà usato nelle corse così come spiegato prima. Ma questo termine non era certo molto raffinato per indicare una persona che presentava delle difficoltà di tipo fisico e/o psichico e così, nel corso degli anni, si è cercato di trovare dei termini più appropriati; si è pensato di chiamarli con il nome della propria disabilità “cieco”, “sordo”, “muto” ecc., ma anche questo risultava poco adatto. Infine, è stato introdotto un concetto del tutto nuovo “diverso” o meglio diversamente abile. Ma chi è il diverso? tutti siamo diversi l’uno dall’altro, non è solo una disabilità che rende diversi. Ognuno ha un carattere diverso dall’altro, così come c’è chi è più alto, e c’è chi è più basso; i pensieri cambiano da una persona ad un'altra; ma non per questo una persona che è diversa da noi deve essere “etichettata” per il suo modo di essere o di fare. La diversità va rispettata in tutte le sue forme, già partendo dagli attributi che gli vengono dati. Ma chi è il diversamente abile? in realtà se analizziamo i due termini tutti siamo diversamente abili, perché ognuno di noi possiede delle abilità diverse; c’è chi è un bravo medico o chi è un bravo scrittore. Ma la diversità, come molte volte succede, non deve essere motivo di conflitto, anzi bisogna cercare di trovare dei punti in comune per fare bene le cose. La diversità non deve essere vista come un ostacolo ai miei progetti ma un’occasione di crescita. Le parole sono importanti cerchiamo di usarle bene che molte volte posso ferire le persone anche nel mondo della diversità.

Fornaia Andrea

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