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- Categoria: Cultura Arte Beni Culturali
La primavera e la sua bellezza nella diversità
Secondo il calendario gregoriano il 21 marzo ha inizio la Primavera, una delle quattro stagioni che porterà all’estate. Secondo studi scientifici l’inizio della Primavera avviene il 21 marzo, giorno in cui viene registrata una parità fra le ore diurne e quelle notturne, 12 ore diurne e 12 ore notturne, e si conclude il 21 giugno, giorno in cui ha inizio la stagione estiva.
La primavera è la stagione in cui si risveglia la natura, come la tela del pittore tutto inizia a prendere forma, colore. Grazie alla temperatura che si inizia a riscaldare, spuntano i primi fiori, tutti diversi tra loro, i diversi alberi iniziano a fiorire, la natura inizia a assumere colori diversi, il giallo delle foglie diventa verde; le mimose, le primule, le camelie, giacinti, cresce la nuova frutta, come gli alberi di ciliegio che iniziano a fiorire per raggiungere il loro pieno splendore tra maggio e giugno. Le prime fioriture di primavera prendono il nome di Eriche e Crochi, chiamate anche le sentinelle della primavera visto che già nel mese di febbraio iniziano a fiorire allo sciogliersi della neve. Alcuni animali andati in letargo in autunno, in primavera iniziano a risvegliarsi, se alziamo la testa verso il cielo in questo periodo iniziamo a vedere svolazzare le rondini, segno che la primavera è iniziata. L’arte in generale, nel corso della storia, ha preso spunto dalla primavera, così come la musica. Nel campo della pittura ritroviamo la “Primavera” del Botticelli, opera d’arte che raffigura nove rappresentazioni della mitologia classica su un prato fiorito, davanti a un bosco di aranci e alloro. Nel campo della musica, sia classica che moderna, ritroviamo diversi testi legati alla primavera e alla rondine, tra queste l’opera le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, quattro concerti così quante sono le stagioni in un anno. Nel testo sulla primavera vengono narrati tre momenti della stagione: il canto degli uccelli (allegro), il riposo del pastore con il suo cane ('largo') e la danza finale (allegro). Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole, il latrato del suo fedele cane, mentre i restanti violini le foglie fruscianti. Nella sua primavera il Vivaldi racconta l’avvicendarsi di alcuni fenomeni climatici contrastanti tra loro: il vento e il sole, dove il primo sta a significare un momento di festa, poi la tempesta e poi di nuovo la festa. Senza troppo approfondire la lettura ho voluto dare una mia interpretazione al testo, le stagioni rappresentano il ciclo della vita, dove ogni stagione viene rappresentata da suoni diversi: nella primavera il concerto viene eseguito in Mi maggiore per violino, archi e cembalo. La musica descrive passo dopo passo l’andamento dei singoli episodi della Primavera: il canto degli uccelli, il temporale e la danza finale. Il concerto sull’estate viene in Sol minore per violino, archi e cembalo dove vi è la maggiore efficacia descrittiva; protagonista è la tempesta che si sente avvicinarsi da lontano nella calura estiva per poi scoppiare nel finale in tutta la sua virulenza. L’assolo descrive il pastore spaventato dal temporale improvviso. Il concerto sull’autunno viene eseguito in Fa maggiore per violino, archi e cembalo e il protagonista del concerto è Bacco; Vivaldi nel suo concerto riproduce in modo magistrale l’ebbrezza provocata dal vino mentre nel secondo movimento, quello centrale dal titolo i “Dormienti ubriachi”, si sente il clima trasognato e tranquillo del dopo-festa. Il terzo movimento, infine, si identifica con la tumultuosità ed i ritmi della caccia. E in fine vi è l’inverno dove il concerto viene eseguito in Mi maggiore per violino ed archi. In un primo tempo il concerto, dai toni pastorali, era stato concepito da Vivaldi per essere eseguito in chiesa; tutta l’orchestra suona sempre quasi “in sordina” come a non voler disturbare i fedeli raccolti in preghiera. Analizzando un repertorio musicale più recente dove il tema centrale è la primavera ricordiamo “Maledetta primavera” di Loretta Goggi, scritta da Ameringo Cassella, dove viene raccontata una delusione d’amore dopo che la protagonista scopre che quell’amore in cui aveva creduto era a senso unico, non corrisposto. I sentimenti della donna sono sinceri mentre quelli dell’uomo no e così la cantante finisce per maledire quel momento in cui si era concessa a un uomo che non la meritava, l’uomo si era rilevato un imbroglione; non ci vuole molto tempo ad innamorarsi ma bisogna non avere fretta perché si rischia di avere una delusione. Per quanto riguarda la rondine, volatile tipico della primavera che indica il suo inizio, la ritroviamo anche nell’arte, tra queste ricordiamo un'immagine sacra del 1490 con “La Madonna della rondine” soggetto di un celebre dipinto di Carlo Crivelli. La Madonna della rondine simbolo della purezza, della passione e resurrezione di Gesù Cristo, dal dipinto sembra posarsi e proietta l’ombra della sua coda sopra la mensola che fa da sfondo alla sagra rappresentazione di Maria, Gesù bambino, San Girolamo e San Sebastiano. Anche nella letteratura e nella poesia la rondine fa dà protagonista in fiabe e racconti tra queste la favola di Esopo, dove il volatile cerca invano di convincere l’usignolo a fidarsi degli uomini e a costruire il suo nido vicino alle loro case. Così come nelle favole di La Fontaine ritroviamo come protagonista una rondine, grande viaggiatrice, che vuole mettere in guardia gli uccellini dalle crudeli reti dei cacciatori. E infine anche nella letteratura italiana viene raccontata la storia di una rondine simbolo della primavera, non possiamo non ricordare la poesia “X Agosto” di Giovanni Pascoli “Una rondine stava ritornando al tetto, quando la uccisero e cadde tra le spine dei rovi. Nel becco aveva un insetto, che era la cena dei suoi rondinini”. Quindi poeti, artisti, musicisti nel corso della storia non si sono posti limiti nel raccontare la bellezza di questa stagione ma della natura in generale nella sua diversità.
Andrea Fornaia
Immagine: Pala Ottoni o Madonna della Rondine di Carlo Crivelli