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L'ennese Federico Scoto e la scoperta del ghiaccio più antico: un passo avanti per la scienza climatica
Federico Scoto, giovane ricercatore siciliano originario di Enna, entra nella storia della scienza grazie alla sua partecipazione a una straordinaria scoperta in Antartide. Nell’ambito del progetto europeo Beyond Epica, un team di 16 ricercatori provenienti da 10 nazioni, tra cui tre italiani, ha estratto il ghiaccio più antico mai raggiunto: 1,2 milioni di anni, recuperato a una profondità di oltre 2.800 metri sotto la calotta glaciale del Polo Sud, nella località di Little Dome C, a 3.200 metri di altezza.
La scoperta, fondamentale per gli studi sul clima e sulla crosta terrestre, consente di analizzare bolle d’aria e polveri vulcaniche intrappolate nel ghiaccio, veri e propri archivi del passato climatico. Questi dati permettono di ricostruire le temperature e i livelli di anidride carbonica di epoche cruciali, come la Transizione del Pleistocene Medio (TPM), avvenuta circa un milione di anni fa. Durante la TPM, le alternanze tra glaciazioni e periodi più caldi cambiarono durata, passando da 41.000 a 100.000 anni. Tale fenomeno, collegato al ciclo del carbonio, è oggi influenzato dal riscaldamento globale causato dall’uomo.
Il progetto Beyond Epica, coordinato dal professor Carlo Barbante dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, coinvolge numerose istituzioni italiane, tra cui il CNR. Il trasporto delle carote di ghiaccio verso l’Europa avviene con una complessa catena del freddo, utilizzando container speciali e la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi.
Scoto, 33 anni, ha raccontato l’esperienza unica del lavoro in Antartide, dove le attività si svolgono nell’estate australe, quando il sole non tramonta mai. «Abbiamo festeggiato il traguardo con uno spritz», ha detto emozionato. Questa scoperta rappresenta un punto di svolta per comprendere il passato climatico della Terra e affrontare le sfide del riscaldamento globale.
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