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- Categoria: Società e Costume
Appunti sulla cattiva stagione politica al Comune di Enna
E VENNE IL GIORNO DEI LIMONI NERI
Il film del 1970 non c’entra nulla con le nostre vicende stracittadine, serve solo ad evitare i modi di dire consueti come “tanto tuonò che piovve”, o più raffinati, del tipo “Piovve per quattro anni, undici mesi e due giorni”, come a Macondo.
Curiosamente, qui a Enna ha piovuto virtualmente lo stesso tempo interminabile descritto in “Cent’anni di solitudine”, mese più mese meno, da quando cioè si è insediata la prima amministrazione Dipietro.
E dire che ad un certo punto sembrava che dovesse tornare il sole su questa nostra terra dimenticata dalla politica. Quando, avvicinandosi lo scadere del primo mandato, molti avevano deciso di tornare al ruolo politico che gli competeva e finirla con questo pasticcio, con questo guazzabuglio di sigle inventate lì per lì. Sembrava, dunque, che la politica avesse deciso di tornare a fare il proprio mestiere e invece…
Poi, qualcuno ha cominciato con i distinguo, altri con i passi avanti, di lato, indietro e con l’orgoglio di noi piccoli, piccolissimi, anzi inesistenti (anche le pulci hanno la tosse) e siamo tornati al punto di partenza.
Il sindaco uscente, prima vituperato, subito dopo ammirato, alla fine viene votato.
Ad essere sinceri, in Sicilia, a guardare le contese comunali di questi giorni, non c’è mai o quasi mai un candidato di sinistra e uno di destra, ma solo liste civiche… Ma appena concluse le elezioni, generalmente ognuno torna a chiamarsi con il proprio nome (e la propria identità).
Invece, se un ignaro osservatore extracomunitario nel senso letterale del termine (che viene fuori dal Comune) guarda l’elenco dei gruppi consiliari al Comune di Enna, tranne i tre poveri PD, e i quattro Enna Viva (che l’ignaro di cui sopra potrebbe indovinare imparentato con Italia Viva, almeno per assonanza) di nessun’altro indovinerebbe l’appartenenza, o almeno la collocazione.
Se non bastasse iniziano pure le scissioni e nasce il gruppo autonomista-indipendente, forse liberamente, che se non è indipendente che autonomista è?
In queste ore qualcuno, che conosce il Sindaco e le segrete cose, ha capito le vere appartenenze e lamenta un improvviso (improvviso o ulteriore?) spostamento a destra della linea politica del sindaco. “Il civismo dov’è finito”? si chiedono stupefatti i due supporter storici del sindaco.
Il buon vecchio Martoglio avrebbe detto che i “civitoti” stanno in pretura e le preture sono state soppresse da tempo…
A dire la verità, avevamo sentito cose ancora peggiori un anno e mezzo fa da altri assessori dimissionari, che poi sono dovuti tornare all’ovile per assenza di alternative (crediamo). Oggi, per non offendere nessuno e facendo salva la sincerità dei due assessori dimissionari, c’è da chiedersi: ma non avrebbero dovuto accorgersene prima?
Almeno uno dei due, che siede sullo stesso scranno e con le medesime responsabilità da quando Dipietro è sindaco, avrebbe dovuto accorgersene. Basta solo stare un poco attenti!
Non si inalberi, assessore, non perda la calma come al solito, anche quando non ce l’abbiamo affatto con lei (non siamo adusi a questo né pubblicamente né privatamente, dovrebbe saperlo). L’andazzo dell’amministrazione si vede anche solo andando in giro, a guardare i cantieri come un pensionato qualsiasi. Peccato, anzi, che di certi cantieri di cui avevamo chiesto rispettosamente conto, come quello sull’abbattimento delle barriere architettoniche del complesso di palazzo Chiaramonte, non abbiamo visto traccia.
Ma torniamo alla crisi comunale. Il Manuale Cencelli non ha funzionato, perché funziona solo se lo si sa usare, come ha scritto il Direttore qualche giorno fa; e se ci sono dei partiti a governarlo, diciamo noi. Altrimenti è solo lottizzazione mal riuscita (honi soit qui mal y pense).
La vicenda dell’autodromo è solo l’apice di un errore grossolano di valutazione del sindaco. Non si può governare accontentando tutti, e per farlo c’è bisogno di una linea politica chiara, qualunque sia. C’è poi un’altra via, che è quella della competenza ed esperienza. Mario Sgrò è stato bravo? perché allora non riconfermarlo subito? Basta mettere i propri accessori sul tavolo e quelli degli altri questuanti nel cassetto. Così si evita una figuraccia in casa e si fa la figura di Pepè a livello almeno nazionale, come con l’annullamento del 27° Rally di Proserpina.
Adesso ci sarà la Casa di riposo e altri sottogoverni, come si diceva una volta. E sarà sempre peggio. Viene anzi il dubbio che il proliferare di gruppi dentro la maggioranza potrebbe preludere ad altri strappi.
Un tempo si teneva ad Enna un mercato famoso in tutta la Sicilia, prima in piazza Europa, che allora si chiamava Ente Fiera, e in tempi più recenti a Scifitello. Venivano esposti vacche e tori di qualità eccelsa. Adesso se ne è persa memoria. Perché allora, di tanto in tanto, il puzzo di stallatico torna a sentirsi?
Ha ragione: è facile parlare stando dietro una tastiera. Ma, ascolti un consiglio non richiesto e certo inopportuno: si può governare anche senza maggioranza. Se si sa dove andare, naturalmente, altrimenti ascolti il messaggio dei suoi collaboratori e colleghi più fidati: meglio lasciar perdere.
Peppino Margiotta
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