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Arianna Fioravanti, la mamma vegana, animalista, italianista
Arianna Fioravanti, insegnante, vegana, no vax…
Soltanto omonima della figlia di Giusva e Francesca Mambro, riveste da poco la carica di Responsabile dei rapporti con le istituzioni dell’OIPA Italia OdV (Organizzazione Internazionale Protezione Animali).
E’ un’insegnante con la passione per la lingua italiana, per la quale “produce” seguiti webinar sul corretto uso della nostra lingua.
Ha “istituito”, nel periodo della pandemia, la “sua” Scuola Parentale sostenendo che la scuola pubblica, nel periodo pandemico, era "un luogo di tortura".
E’ convintamente vegana ed animalista: le due caratteristiche vanno di pari passo.
Decisamente NOVAX perché – sostiene - "Il vaccino deve essere una tutela e vanno calcolati i rischi rispetto ai benefici, sul foglio illustrativo del vaccino Pfizer c'è scritto che è sconsigliato sotto i 12 anni".
Protagonista di uno “scontro” televisivo con Giuseppe Cruciani che ritiene che "Chi mette al centro della propria vita un animale ha problemi col mondo che lo circonda" e con David Parenzo.
- La presentazione la soddisfa o c’è qualcosa da correggere?
"Grazie per la presentazione. Alcune precisazioni, la prima per importanza. Non mi sono mai dichiarata no-vax. Questa è un’etichetta che ti mettono addosso per svalutare la tua figura. Perché poi a questo termine, già di per sé impreciso, nel mio caso, viene associata dai mezzi di comunicazione di massa una serie di narrazioni negative. Non sono assolutamente contro le vaccinazioni. Per quale motivo dovrei esserlo? Sono invece per la libertà di vaccinazione. Sono contro l’obbligo di qualsiasi trattamento farmaceutico e invasivo che non dia certezze sulla sua sicurezza e sulla sua efficacia. Se esiste la possibilità di reazioni avverse, anche molto gravi, un soggetto sano o meno sano deve avere il diritto di poter scegliere se vaccinarsi e assumersi il rischio di perdere la propria salute, e non firmare un consenso informato sotto ricatti e ritorsioni. Il secondo punto da precisare è che per OIPA mi occupo di relazioni istituzionali da un anno e da poco sono la nuova direttrice responsabile della rivista “Gli altri animali”, organo di informazione ufficiale dell’Associazione."
- Arianna Fioravanti, insegnante, si è rivelata alla cronaca per le sue convinzioni animaliste vegane e no vax: per questo è stata ospite di varie trasmissioni a diffusione nazionale. Ha fatto infuriare il giornalista Antonio Caprarica, si è confrontata con il ricercatore Professor Fabrizio Pregliasco. A proposito del Prof. Pregliasco … In questi giorni si torna a parlare della nuova variante del Covid, che si annuncia più aggressiva delle precedenti, con la quale faremo i conti nella prossima stagione fredda. E’ cambiata qualcosa nelle sue convinzioni?
"Nei miei pensieri non cambia nulla fino a prova contraria. Anzi, devo dire che nel tempo le mie convinzioni passate si sono rafforzate. Sono aperta a cambiarle nel momento in cui dovessero sopraggiungere argomentazioni o prove in grado di confutarle."
- Nel periodo del Covid ha avviato la sua scuola parentale, una scuola “fatta in casa”, per sua figlia: non è una novità in quanto è anche prevista dall’ordinamento. Privare però i bambini del quotidiano rapporto in classe con i coetanei, secondo lei, che di professione è insegnante, non è riduttivo delle esperienze di socializzazione dei bambini?
"Insieme ad altre insegnanti abbiamo avviato a casa mia delle lezioni in istruzione parentale per mia figlia ed altri ragazzi. La bambina ha frequentato un ambiente di apprendimento, insieme ad altri ragazzi, libera da imposizioni poco sensate che andavano a incidere sul suo benessere psicofisico, come l’utilizzo della mascherina per sei ore di seguito. Non sono stata io sottrarre la bambina ai rapporti umani con i suoi coetanei, tutt’altro. Ma le misure governative che hanno proibito la vita comunitaria in ogni ambito e contesto."
- Lei è responsabile dei rapporti con le istituzioni per OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali). Certamente il posto giusto per una persona vegana convinta. E’ stata protagonista di uno scontro al vetriolo con Giuseppe Cruciani, autore del libro “I fascio vegani – Libertà di cibo e di pensiero”, che ha sostenuto "Chi mette al centro della propria vita un animale ha problemi col mondo che lo circonda". Come rispose a quella provocazione?
"Di solito non rispondo alle provocazioni. Non ricordo esattamente la circostanza che qui mi viene citata, ma oggi posso dirle che intorno a una frase potremmo stare a parlare per ore come tralasciare. Per me ognuno è libero di pensare ciò che vuole, purché non faccia del male ad altri individui."
- Lei è un’insegnante con la passione per la lingua italiana, per la quale “produce” webinar sul corretto uso della lingua italiana. Come sta oggi la nostra lingua? In che misura è condizionata dall’uso dei social network?
"Questa è una domanda a cui dovrebbero rispondere linguisti esperti. Io ho un “semplice” dottorato di ricerca in Italianistica e mi occupo dello studio della lingua italiana e dei suoi usi come passatempo preferito. Non sento il mio giudizio così autorevole da poter intervenire nelle questioni che gentilmente mi pone. Come sta la lingua italiana? La lingua cambia nel corso degli anni e dei decenni sulla base dell’uso che ne fanno i parlanti. È fisiologico. La lingua italiana ha una storia relativamente recente ed è molto influenzata dai dialetti. C’è un divario di registro piuttosto ampio fra scritto e parlato. Inoltre, alcune regole grammaticali e sintattiche che si studiano già alla primaria non sono state interiorizzate da una fascia ampia della popolazione, mi pare di vedere, specie per quanto riguarda la punteggiatura. La comunicazione odierna è velocizzata e procede molto per immagini. In quest’ultimo aspetto i social hanno avuto un ruolo. Noi leggevamo i testi classici di autori dell’800, oggi i ragazzi leggono per lo più fumetti (lo dico sulla base della mia esperienza di insegnante); noi scrivevamo lettere a mano, loro Short Message Service. Questo per sintetizzare al massimo. Non c’è uno stare meglio e uno stare peggio. C’è la realtà che si vive. Io non mi reputo un’osservatrice della realtà."
- Si fa un gran parlare di sostenibilità: qual è il corretto significato?
"Intanto voglio esordire con una premessa: nessuno di noi è a impatto zero, sia chiaro. Sostenibilità è non andare a cambiare degli equilibri creando un danno o uno svantaggio. Dal punto di vista del Pianeta è non sfruttarlo al punto tale da renderlo invivibile. Sottolineo che sostenibile non significa necessariamente etico. A volte un’attività può essere sostenibile ma non per questo etica. Sostenibile è inoltre un termine e un concetto soggetto a interpretazioni e punti di vista. Per alcuni uccidere 500 cervi è “sostenibile”, ciò non significa che sia anche giusto."
- Lei ha affermato che la qualità della nostra vita è condizionata dalla qualità dei nostri pensieri: ci spieghi l’assunto.
"Gli stoici ci insegnano che ci sono alcune cose su cui abbiamo potere e altre no. Ciò su cui abbiamo totale potere sono i nostri pensieri e le nostre emozioni. È il caso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Anche la perdita può essere trasformata in opportunità. Perfino la perdita della vita stessa, se consideriamo la morte come forma salvezza. Vede? Ecco, sono i nostri pensieri a determinare la qualità della nostra vita. Bisogna saperli condizionare a vantaggio di una vita migliore, senza subire i condizionamenti esterni. Essere consapevoli dei nostri processi mentali è molto importante."
Filippo Giunta
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