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La violenza come conseguenza della disabilità
Molte donne del mondo sono vittime di violenza; secondo gli ultimi dati, anche in relazione al Coronavirus che ormai dal mese di febbraio ha costretto le famiglie italiane ed estere a stare più tra le mura domestiche, vi è stato un aumento di casi di violenza sulle donne. L’uomo, anche se non può essere una giustificazione, a causa della situazione economica e sociale che si è ritrovato a vivere, è divenuto più nervoso e di conseguenza più aggressivo nei confronti della propria donna. Uno studio, condotto dalla direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, ha dimostrato che la limitazione di circolazione se da una parte ha registrato una diminuzione del reato di atti perseguitori, dall’altro lato ha portato un aumento del numero di maltrattamenti fra conviventi. Secondo il rapporto 2020 di ActionAid sul sistema antiviolenza in Italia le chiamate al numero 1522 per l’antiviolenza tra marzo e giugno sono state 15.280, più del doppio del 2019 allo stesso periodo quando si registravano +119,6%. Il tema della violenza sulle donne legato alla disabilità va analizzato in duplice aspetto; disabilità come conseguenza di una violenza e violenza nei confronti di una persona con disabilità. Negli ultimi anni la cronaca ci ha raccontato storie di violenze sulle donne che non si è circoscritta a un semplice schiaffo, anche quest’ultimo del tutto ingiustificato, ma a delle violenze talmente feroci da provocare una disabilità, anche permanente alla vittima. La psicologa, psicoanalista e saggista Nadia Muscialini in un’intervista a Simona Lancioni per informareuh.it pubblicato lo scorso 15 settembre 2020 afferma: “Gli unici dati che esistono sul fenomeno delle donne divenute disabili dopo aver subito una violenza nel mondo sono stati pubblicati dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2013 e nel 2014 dove viene evidenziato inoltre che la violenza domestica è la prima causa di morte. Gli stessi dati mettono in evidenza il fatto che la violenza domestica è la prima causa di disabilità delle donne nel mondo”. Le stesse ricerche, scrive ancora Muscialini, registrano il fatto che il 42% delle donne che hanno subito una violenza hanno riportato una disabilità permanente o temporanea. Una violenza può provocare le seguenti disabilità: paralisi, incontinenze, deficit sensoriali, malattie organiche (tra cui quelle sessualmente trasmesse e a carico dell’apparato riproduttivo), malattie psichiche. Secondo l’ OMS una donna che subisce una violenza o maltrattamenti rischia le seguenti conseguenze sulla propria salute: disabilità fisiche, lesioni addominali, lividi e frustate, sindromi da dolore cronico, fibromialgie, fratture, disturbi gastrointestinali, sindrome dell’intestino irritabile, lacerazioni e abrasioni, danni oculari, funzione fisica ridotta, malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS, aborto in condizioni di rischio, gravidanze indesiderate, psicologiche e comportamentali, abuso di alcool e droghe, depressione e ansia, disturbi dell’alimentazione e del sonno, fobie e attacchi di panico, inattività fisica, scarsa autostima, disturbo da stress post-traumatico, disturbi psicosomatici, fumo, comportamento suicida e autolesionista, comportamenti sessuali a rischio, conseguenze mortali, mortalità legata all’AIDS, mortalità materna, omicidio, Sindromi da dolore cronico, disturbi psicosomatici, lesioni fisiche. E infine diverse conseguenze per la salute riproduttiva. Continua a spiegare la dott.ssa Muscialini: “le conseguenze sullo stato di salute di una donna vittima di violenza sono proporzionali alla gravità dell’abuso e all’impatto che posso avere nel tempo, soprattutto quando si è vittima di diversi episodi che avranno un effetto cumulativo negativo sulla salute della stessa”. Tra le vittime di violenza la stessa dott.ssa Muscialini ricorda Gessica Notaro che, come ci ricordano gli articoli di cronaca nera, è una cantante, modella, ballerina italiana che nel 2017 fu vittima di un’aggressione con l’acido da parte del suo ex fidanzato che sfregio il suo viso che portarono Gessica a sottoporsi a diversi interventi chirurgici. Insomma, è necessario che gli uomini che si fanno protagonisti di questo deplorevole reato capiscono cosa provoca una violenza alla donna. Le donne vanno amate e rispettate e la violenza non è di certo una dimostrazione di amore. La violenza è un atto che la donna, anche se in alcuni casi fisicamente riuscirà a guarire, sarà una esperienza che si porterà per tutta la vita, soprattutto se la stessa diventerà causa di disabilità.
Fornaia Andrea
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