obbligatorio dei diversamente abili, una delle categorie più svantaggiate rispetto alle altre, allo scopo di inserirli nel mondo del lavoro. Nonostante l’ordinamento italiano preveda il loro collocamento è però molto difficile che questo avvenga. La legge in esame afferma che “i datori di lavoro, sia pubblici che privati, sono tenuti ad assumere persone con disabilità indicandone il numero"; si parla di un disabile ogni quindici dipendenti. Ma la domanda che ci poniamo è veramente così? Nel fare delle ricerche siamo riusciti a trovare un dossier sull’inclusione lavorativa in Italia scritto dalla fondazione studi Consulenti del lavoro e anche se il testo è del 2019 secondo me merita di essere analizzato perché sottolinea che il rapporto tra lavoro e disabilità resta ancora molto critico, così come lo confermavano i dati Istat di allora e ancora oggi non è dei migliori tenendo anche in considerazione che dal febbraio 2020 si convive con il Coronavirus che sicuramente ha peggiorato la condizione lavorativa non solo delle persone con disabilità. L’Istat in occasione dell’audizione sulla legge di Bilancio (novembre 2019) spiegava che su 100 persone di 15-64 anni pur avendo limitazioni funzionali motorie, sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, erano comunque abili al lavoro, ma nonostante ciò solamente il 35,8% era occupato (contro il 57,8% delle persone senza limitazioni), il 20,7% è in cerca di un’occupazione mentre il 43,5%, presumibilmente scoraggiato dalle basse chance di trovare un lavoro, risulta inattivo. I dati attuali non sono di certo migliorati anzi, come scritto poc'anzi, la situazione è diventata più complicata vista la situazione in cui ci troviamo. Non è facile né per il datore di lavoro né tantomeno per una persona con disabilità. Per i datori di lavoro penso che in questo momento sia difficile tenere a lavoro una persona con disabilità viste le misure di sicurezza che bisogna seguire; viene già considerato complicato farlo con un lavoratore abile, immaginiamo per una persona con disabilità. A tal proposito vediamo intanto brevemente di vedere cosa ha previsto il governo italiano. Ha messo in atto diversi DPCM a tutela delle persone con disabilità ma tra le tante prenderemo in considerazione l’articolo 21-ter della Legge 13 ottobre 2020, n. 126 (di conversione del Decreto 104/2020). L’articolo in oggetto prevede il diritto al lavoro agile (detto anche smart working) per i genitori di figli con grave disabilità riconosciuta ai sensi della legge 104/1992 fino al 30 giugno 2021 anche in assenza di accordi individuali, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa non richieda necessariamente la presenza fisica, fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81». Inoltre, il lavoratore che dovrà seguire il proprio figlio per le lezioni in Dad, e nel caso in cui non sia attivabile per lui il lavoro agile, potrà usufruire del congedo straordinario. Dopo un breve inciso sulle agevolazioni per un lavoratore che assiste una persona con disabilità, vediamo ancora di capire quali sono le possibilità per un lavoratore con disabilità; la legge di riferimento è la n. 178 del 30 dicembre 2020 che all’articolo 1 comma 481 stabilisce che il lavoratore Fragile (così viene definito nel testo normativo) possa assentarsi dal lavoro previa presentazione di certificazione redatta dal medico di famiglia, sempre che la mansione del lavoratore non sia eseguibile in smart working. Sempre in materia di lavoro per le lavoratrici madri con figli inabili è stato introdotto, con la legge di bilancio 2021, un contributo per le madri, disoccupate o monoreddito, di figli con disabilità non inferiore al 60%. Insomma, una normativa legislativa in materia di emergenza Coronavirus anche per i diversamente abili in continua evoluzione che consigliamo di seguire per non restare disinformati; non solo in materia di diritti sul lavoro nella speranza che questo anniversario nella legge n. 68 del 1999 appena trascorso sia d’augurio per tutte le persone con disabilità che vogliono realizzarsi anche nel mondo del lavoro.
Andrea Fornaia