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Disabilità: per una casa senza barriere
Quando pensiamo a una persona con disabilità la vediamo come un soggetto che ha bisogno di cure H24, non riusciamo a vederlo come una persona che pur nei suoi limiti, possa avere una vita indipendente e con la possibilità di realizzarsi personalmente senza dover necessariamente dipendere da qualcuno o da qualcosa. In realtà il concetto di autonomia abitativa per le persone con disabilità è un diritto riconosciuto dalla Convezione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità dove all’articolo 19, viene stabilito che le persone con disabilità debbano poter “scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza, e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione”. Ma affinché tutto questo avvenga è necessario che vi siano delle strutture abitative idonee ad accogliere la persona con disabilità. Naturalmente i criteri di scelta se una casa sia o meno adatta alla persona diversamente abile dipende dal tipo di disabilità che presenta. A tutela di questo desiderio di vivere da soli, oltre all’articolo 19 dalla Convezione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità è intervenuta in Italia una legge più recente quella del “Dopo di Noi” fortemente voluta dai genitori di persone con disabilità in prospettiva di un futuro del proprio figlio una volta che non si possono occupare di lui o perché non ci sono più. La legge in oggetto prevede due opzioni: o il ricovero in strutture residenziali o delle nuove forme abitative. Per quando riguarda il secondo modello, dove alle persone con disabilità viene data la possibilità di vivere in un vero e proprio appartamento, c’è da dire che in Italia esistono diverse realtà in cui viene data la possibilità di vivere in modo autonomo magari in un appartamento condiviso con altre persone con disabilità diverse, come ad esempio quella motoria o di tipo psichico. Mantenere una casa, come sappiamo, comporta lo svolgimento di alcune attività domestiche, come cucinare, pulire casa e lavare i propri vestiti. L’elemento indispensabile è quello che l’abitazione deve essere priva di barriere architettoniche, e quindi in unico piano con porte larghe specialmente se ci troviamo alla presenza di una persona su sedia a rotelle. Nel caso di una persona su sedia a rotelle o troppo bassa gli spazi della cucina devono essere tali prevedere spazi di mobilità sufficienti, mentre i diversi componenti andranno collocati ad un’altezza raggiungibile sia da una persona in carrozzina che da persone basse o con difficoltà di movimento ed estensione delle braccia. Per quando riguarda il bagno, sempre nel caso in cui la persona su una sedia a rotelle vanno disposti in modo da consentire il suo passaggio e la sua manovra. In bagno è consigliabile utilizzare armadietti e mobili senza spigoli, porte che si aprono verso l’esterno e un pavimento antiscivolo per evitare infortuni. In relazione ai sanitari è meglio una vasca da bagno o la doccia per una persona con difficoltà motoria? Fino a qualche tempo fa l’unica soluzione sarebbe una doccia molto larga con i maniglioni se il disabile riesce a rimanere in piedi oppure le sedie specifiche per doccia. A parte il bagno e la cucina la casa di una persona con disabilità deve contenere il minimo indispensabile con mobili privi di spigoli. Insomma, tutta una casa a misura di disabile, senza delle barriere che non gli permetterebbero di vivere una quotidianità libera e dignitosa almeno tra le proprie mura domestiche seppur sostenuto da qualcuno.
Andrea Fornaia
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