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Regione - Caos all'Ars: crisi nella maggioranza e il rischio dell'esercizio provvisorio
Una giornata turbolenta all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) ha messo in luce profonde spaccature all’interno della maggioranza, scatenando il caos nei lavori sulla Finanziaria. La seduta, caratterizzata da una sospensione di quasi quattro ore e da un'aula semideserta al momento della ripresa, ha evidenziato le tensioni tra il presidente della Regione Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Questo ha portato al rinvio dei lavori, alimentando il rischio concreto di ricorrere all’esercizio provvisorio.
La crisi è esplosa su un emendamento del Partito Democratico, privo di particolari impatti sulla manovra, ma capace di destabilizzare gli equilibri interni del centrodestra. L’approvazione della proposta con 34 voti a favore contro 33 contrari ha mandato in tilt la maggioranza, rivelando dissidi interni e la presenza di franchi tiratori. L’incidente ha portato a una sospensione dell’aula, seguita da una chiamata per una maratona notturna che si è conclusa con un nulla di fatto. Al momento della ripresa, infatti, i banchi della maggioranza e del governo erano in gran parte vuoti.
Le opposizioni hanno colto l’occasione per denunciare l’instabilità del centrodestra. Il capogruppo Pd Michele Catanzaro ha accusato la maggioranza di irresponsabilità, sottolineando l’assenza del presidente della Regione e dell’assessore all’Economia. Dal Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca ha parlato di "fratture insanabili" e di una maggioranza già proiettata in una campagna elettorale prematura. Anche Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, ha denunciato "dinamiche impazzite" e un centrodestra ostaggio di ricatti.
La giornata, iniziata con incontri e vertici tra centrodestra e opposizioni, si è conclusa con un risultato inaspettato: l’approvazione di un emendamento Pd che stanzia due milioni di euro per l’assessorato alla Famiglia. La sconfitta del governo ha evidenziato la presenza di almeno nove franchi tiratori all’interno della maggioranza. Intanto, le trattative sul maxi-emendamento del governo procedono a rilento, con una lista di interventi ancora incerta e il rischio che ulteriori modifiche alimentino nuovi scontri interni.
Se non si troverà un accordo entro la data prevista per l’approvazione della Finanziaria, il 28 dicembre, lo spettro dell’esercizio provvisorio diventerà realtà. La confusione che ha caratterizzato i lavori di oggi lascia presagire ulteriori tensioni nei prossimi giorni.
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