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Archeologia e Culture Antiche - Camarina, i papiri egizi, un campione olimpionico e un proverbio molto saggio
Le colonie fondate dai Greci lungo le coste occidentali del Mediterraneo tra il IX e il V secolo a.C. rappresentarono una vera fortuna per moltissimi abitanti dell’Ellade che in patria non trovarono più favorevoli le loro condizioni di vita. L’incremento demografico che aveva reso insufficienti le risorse alimentari, la povertà diffusa causata dallo strapotere degli aristocratici detentori di terre, l’instaurarsi di governi retti da tiranni che perseguitavano i loro oppositori, avevano costituito i presupposti di una vera e propria migrazione di massa organizzata. E siccome queste spedizioni erano volte verso terre “nuove”, non proprio disabitate ma non certo civilizzate al pari della Grecia, fu tutto sommato gioco facile per questi migranti insediarsi nelle nuove terre e fondare delle città. Città che si resero presto completamente autonome dalla madrepatria, si diedero una nuova organizzazione politica e sociale e diedero vita a un progresso economico che le condusse in molti casi a rivaleggiare con le concorrenti poleis della Grecia. Alcune, come la nostra Siracusa, divennero città ricche, politicamente potenti e influenti e furono esse stesse fondatrici di colonie.
Camarina per esempio, è una di queste “figlie” di Siracusa. Tra il VII e il VI secolo a.C. i siracusani che ormai si erano completamente insediati sul territorio ritennero opportuno fissare degli avamposti sulla costa e all’interno, in modo da creare un’area di influenza in cui non potessero penetrare altri gruppi ellenici, e così nacquero Acrai – l’attuale Palazzolo Acreide – Casmene – sempre nell’entroterra Ibleo – e Camarina – sulla costa nei pressi del moderno abitato di Santa Croce Camerina (RG). Camarina tra le altre fu una città molto attiva e caratterizzata da un’economia fiorente. Il sito archeologico è oggi ben conservato e valorizzato ed è irrinunciabile una visita per chi si trovi in vacanza da quelle parti; sono ben visibili e segnalati i resti dell’abitato, l’agorà, le mura e il grande tempio di Athena, che sorgevano a ridosso di una meravigliosa costa. Interessantissima anche la visita al Museo Archeogico Regionale posto all’interno del Parco stesso.
Camarina rappresenta un caso interessante tra le tante colonie perché ha restituito, oltre alle strutture architettoniche, anche numerose fonti scritte, fra cui un sostanzioso gruppo di tessere di piombo che riportano i dati anagrafici di numerosi cittadini camarinesi. Una vera fortuna per gli studiosi per la mole di informazioni che è possibile ricavarne!
Ma è curioso che siano state rinvenute delle fonti che parlano di Camarina ben lontano dalla Sicilia, addirittura in Egitto. Il dott. Livio Aquila, ricercatore originario di Santa Croce Camerina, ha studiato per l’appunto una serie di papiri scritti in greco rinvenuti nella famosa città di Ossirinco in Egitto, 160 km a sud del Cairo; un luogo in cui, grazie al caratteristico clima secco, si sono conservati centinaia di documenti che costituiscono un preziosissimo e fondamentale archivio della storia antica. Questi papiri vennero scoperti e studiati dai filologi inglesi Bernard Pyne Grenfell e Arthur Surridge Hunt tra il 1896 e il 1897 nel sito dell’antica discarica della città e in alcuni di questi sono presenti riferimenti alla Sicilia e a Camarina. Il dott. Aquila li ha riesaminati e distinti per categorie, individuandone un gruppo che fa riferimento a tale Psaumis – famoso atleta olimpionico vissuto nel V sec. a.C. – un secondo gruppo di argomento storico e un terzo di carattere letterario riportante frammenti di opere in parte note e in parte sconosciute.
Psaumis il campione
Il nome di Psaumis compare su uno dei papiri come vincitore nelle gare con la quadriga nell’82° Olimpiade, che si svolse nel 452 a.C. Il papiro in realtà è mancante di una parte e la frase è interrotta, ma è possibile identificare il personaggio sia tramite un’integrazione tipicamente filologica, sia incrociando il riferimento con dati storici e letterari già conosciuti. Il personaggio era infatti noto come campione e lo aveva celebrato persino il grande poeta lirico greco Pindaro, autore di epinici composti in lode dei vincitori dei giochi panellenici. Psaumis era certamente un aristocratico, perché solo a questa categoria sociale era permesso di partecipare a gare ippiche e, stando alle parole di Pindaro “accrebbe la città”, cioè forte del suo prestigio contribuì personalmente all’abbellimento e al miglioramento della sua patria, Camarina.
Un famoso proverbio antico
Altri papiri, come dicevamo, hanno carattere storico e letterario e citano eventi della storia delle poleis siciliane, facendo riferimento ai miti sulla fondazione delle colonie e fatti bellici che videro le città siceliote contrapposte e raggruppate in complesse alleanze. Ma un frammento risulta davvero curioso e ha restituito un modo di dire che, a giudicare dal contesto, doveva essere molto noto nell’antichità – anche al di fuori dei confini siciliani – ma che finora non era stato mai segnalato nella letteratura greca. Il papiro riporta infatti un brano degli Aitia, una raccolta di elegie composta da uno fra i più importanti poeti dell’età ellenistica, Callimaco. Gli Aitia spiegavano in forma poetica le “origini” di vari fenomeni, i miti di fondazione di diverse città e nel frammento di Ossirinco ne viene riportato un passo che afferma: “Neanche a smuovere Camarina incomberebbe sì grande sciagura come a smuovere il sepolcro di un uomo sacro”. Il contesto è quello di una sorta di lamento post mortem che il poeta Simonide di Ceo indirizzò allo stratega agrigentino Fenice, il quale aveva distrutto il suo monumento funebre per necessità militari e che per questo ne avrebbe certamente ricevuto conseguenze nefaste. Il senso della frase, dunque, è che bisogna stare attenti a prendere iniziative che potrebbero avere conseguenze ben peggiori delle intenzioni. E bisognava “stare attenti a non smuovere Camarina” perché effettivamente Camarina, secondo un’antica leggenda, era stata modificata per drenare le acque di una vicina palude e questo aveva irritato il dio Apollo. Consultato l’oracolo di Delfi, questi aveva risposto inequivocabilmente: “Non muovere la palude Camarina, che tu mai non renda maggiori le minori sciagure!”.
Ah, quanta saggezza nei proverbi antichi!
N.B. lo studio sui papiri citati può essere letto in L.Aquila, Sette Papiri di Camarina in VII Annuario della Società di Storia Patria di Santa Croce Camerina.2020, pp. 5-56.
Claudia Cacciato
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