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- Categoria: Economia e Lavoro
Palermo - La Sicilia e la sfida dell'emigrazione giovanile: Neet al 45% e disoccupazione oltre il 31%
La Sicilia si conferma la seconda regione italiana per tasso di emigrazione giovanile, con una percentuale di Neet (giovani non impegnati nello studio, lavoro o formazione) che sfiora il 45%. Le difficoltà di accesso al mercato del lavoro sono significative, con un tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 31,2%, nettamente superiore alla media nazionale del 16,7% e a quella europea dell'11,2%. Questi dati preoccupanti sono stati al centro dell'incontro tra Cgil, Uil e il governo regionale siciliano, atteso da cinque anni e tenutosi senza la partecipazione dell'assessora Albano.
I sindacati, rappresentati da Gabriella Messina (Cgil) e Giuseppe Raimondi (Uil), hanno espresso preoccupazione per l'inefficacia delle politiche giovanili attuate fino ad ora, sottolineando come "Garanzia Giovani 2" si sia rivelato un fallimento. Solo 5.000 giovani hanno beneficiato delle misure previste, a fronte delle 160.000 adesioni registrate per il primo ciclo di "Garanzia Giovani". Anche il Target 1 del Par Gol Sicilia, finanziato con le risorse del Pnrr, ha avuto risultati deludenti.
Ogni anno, circa 50.000 giovani lasciano la Sicilia non solo per la mancanza di lavoro, ma anche per la scarsa qualità delle opportunità offerte, con contratti spesso precari e sottopagati. Raimondi ha evidenziato come il contratto di apprendistato, un tempo utilizzato dalle aziende, sia stato sostituito da tirocini che raramente portano a un'occupazione stabile.
I sindacati chiedono una maggiore partecipazione dei giovani e delle loro associazioni nelle decisioni politiche. Messina ha insistito sull'importanza di un cambio di metodo da parte del governo regionale, che ha adottato il programma triennale per le politiche giovanili 2024-2026 senza un'adeguata consultazione e senza un'analisi del contesto attuale.
I rappresentanti sindacali auspicano un intervento tempestivo per garantire ai giovani siciliani il diritto a un futuro migliore nella propria terra, evitando che paghino il prezzo più alto dell'autonomia differenziata.
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