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- Categoria: No alla Violenza
No alla Violenza - L’hate speech in Italia
Come l’Unione Europea, neanche l’Italia ha una disciplina legislativa sul tema dell’hate speech.
Tuttavia varie norme del nostro ordinamento riguardano, se pur in modo non esplicito, questo tema. Innanzitutto la Costituzione, nei suoi principi fondamentali e in tutta la parte prima (Diritti e doveri dei cittadini Artt.13-54).
Poi, più nello specifico, l’art. 406 bis del codice penale che punisce la “propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.
Una norma introdotta originariamente dalla legge 654/1975 con cui è stata ratificata la Convenzione contro il razzismo adottata dalle Nazioni Unite nel 1966 e poi modificata dalla legge Mancino (D.l . 122/1993).
Un altra norma importante rispetto ai discorsi d’odio è la più recente legge n. 71 del 2017 che introduce disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
Il testo introduce una serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate in particolare a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori che, generando spesso isolamento ed emarginazione, possono portare a conseguenze anche molto gravi sulle vittime che si trovano in situazione di particolare fragilità.
Anche le Nazioni Unite, nel 2018, hanno elaborato un piano d’azione contro l’hate speech con l’obiettivo di cercare le cause profonde, anche socio-economiche, della proliferazione del fenomeno, valorizzare il counter-speech, e promuovere attività di advocacy, oltre che sviluppare strategie a sostegno delle vittime.
Sicuramente la crescita dell'hate speech e dei discorsi d'odio è un problema sia per le singole persone che per le società.
Infatti, da un lato le vittime di questi attacchi vengono segnate individualmente; dall'altro rappresentano un problema sociale, poiché viene erosa la coesione all'interno delle collettività e ne esce inquinata la qualità del dibattito pubblico, indispensabile in una democrazia.
Quando poi i discorsi d'odio sono, poi più o meno, direttamente giustificati, appoggiati, o rilanciati da figure politiche di primo piano, diventa concreto il rischio che questi discorsi smettano di essere marginalizzati all'interno della società.
Per questo è importante contrastare i discorsi d'odio attraverso strumenti, azioni o politiche che accrescano la qualità del dibattito riportando la discussione politica su basi concrete e verificabili.
Carmela Mazza
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