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La violenza assistita
La violenza assistita è un altro aspetto della violenza domestica. Infatti, nella violenza domestica molte donne che vengono colpite sono madri e quindi a loro volta, in modo trasversale, vengono colpiti/e anche i loro figli e le loro figlie.
Viene subita da tutti quei bambini e bambine che assistono agli episodi di violenza che si consumano nelle case tra i loro genitori e/o conviventi (violenza assistita diretta) o che ne vengono a conoscenza quando qualcuno, volontariamente o inconsciamente, li informa in proposito o ancora, possono percepirne gli effetti quando avvertono tristezza, terrore, angoscia ed un continuo stato di allerta della vittima o se vedono i segni della violenza sui propri cari (in tutti questi altri casi si parla di violenza assistita indiretta).
È per gravità la seconda forma di violenza e coinvolge la sfera psicologica dei bambini e delle bambine che subiscono un maltrattamento psicologico, che li porta a diventare vittime invisibili in quanto, nei momenti di violenza, tendono a diventare trasparenti estraniandosi. Tuttavia, soffrono e subiscono dei traumi e soprattutto non dimenticano nulla.
È stato, inoltre, accertato che, anche in caso di violenza subita in gravidanza, la violenza incide sul feto.
Le problematiche legate alla violenza assistita si riverberano spesso in età adulta trasmettendole nelle loro relazioni, scegliendo partner inadeguati o ancora peggio violenti, anche se rimane una forma di violenza tra le più delicate e meno riconosciute o prese in considerazione.
In Italia si parla di violenza assistita solo dal 2003, grazie al CISMAI, Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, secondo il quale “la violenza assistita da minori si verifica quando i bambini e le bambine sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori”.
Tuttavia, solo con il codice rosso la violenza assistita è stata riconosciuta come reato in quanto, non solo le mamme vengono riconosciute vittime di violenza domestica, ma anche i bambini e le bambine che hanno vissuto in questa condizione di vittime sotto il tetto domestico.
Anche la Corte di Cassazione con la sentenza n. 34504 del 2020 ha esteso la tutela del minore prevedendo la sospensione della potestà genitoriale nei casi di violenza assistita.
Pertanto, secondo la Corte di Cassazione sussiste abuso della responsabilità genitoriale non solo nel caso in cui la violenza assistita integri di per sé una condotta di maltrattamenti ai danni dei minori, spettatori della violenza o della vessazione di un altro familiare, ma anche quando la stessa configuri l’aggravante di un reato commesso nei confronti di costui.
Carmela Mazza
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