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Enna – Un evento “rumoroso” nella mentalità ennese
Molto più che un semplice corteo:
il primo Pride della città di Enna, che nella giornata di ieri ha visto la partecipazione sentita e attiva di un cospicuo numero di cittadini, associazioni, studenti, nonché manifestanti giunti da fuori, ha rappresentato un momento significativo all’interno del panorama sociale ennese, lanciando un chiaro messaggio di diritto naturale all’inclusività, contro qualsiasi forma di etichettamento e discriminazione.
L’evento è quindi nato per farsi garante di una lotta politica intersezionale e apartitica, e dare voce a ogni tipologia di minoranza sociale, attraverso la promozione di valori e istanze quali:
antifascismo, libertà di espressione e libertà di vivere senza dogmi di alcun genere;
antispecismo, contro ogni forma di razzismo, sessismo, omofobia e transfobia; e la libertà di autodeterminarsi e decidere del proprio corpo;
il diritto all’accessibilità e all’inclusione, nel rispetto dei diritti civili sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che stabilisce l’uguaglianza di tutti gli esseri umani nella tutela da parte della legge, in libertà, dignità e diritti.
Tutela e inclusività, tuttavia, per troppo tempo sono state sensazioni poco conosciute e poco sperimentate, ad Enna, da chiunque senta di non appartenere e di non riconoscersi in uno degli standard preconfezionati.
Facilmente ci si ritrova soli e a vivere nell’ombra, oltre che nella paura di non poter esprimere sé stessi con naturalezza, per timore delle conseguenze, dei pregiudizi e l’assenza di comprensione, come è emerso dalle testimonianze pubblicamente ascoltate.
Gli organizzatori hanno precedentemente spiegato che il Pride era dunque necessario, per dare una prima svolta significativa alla mancanza di visibilità, rappresentanza e adeguato supporto psicologico, alla quale è sempre stata relegata ed è, tutt’ora, gran parte della comunità del territorio ennese, che si sente esclusa e non protetta soprattutto dalle Istituzioni.
La giornata di ieri è stata, così, vissuta e organizzata all’insegna dell’ ‘orgoglio’:
l’orgoglio di legittimare e asserire, con forza e unanimità, la piena libertà di essere e di amare, senza essere a tutti i costi ingabbiati in schemi omogenei e precostituiti; e l’orgoglio del primo Pride, non solo della città, ma anche della Sicilia centrale.
A conclusione, è possibile affermare che il “Rumore” non sia stato solo quello della Carrà, la cui famosa canzone ha accompagnato un pezzo della manifestazione, ma che il movimento del Pride abbia voluto farne uno molto più intenso, assumendo un significato profondo e deciso:
i primi passi di una rivoluzione sociale, culturale e psicologica, per Enna, per una mentalità tendenzialmente conservatrice e quella parte di città ancora reticente verso ciò che avverte come nuovo e inconsueto, per tutti coloro che non sono mai riusciti a sentirsi a casa.
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