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Pellegrinaggio nazionale Unitalsi a Lourdes
Cinque giorni intensi di preghiera in cui persone in difficoltà, segnate dalla malattia e dalla sofferenza, anche spirituale, condividono momenti di intensa preghiera, di gioia e svago. Tutto questo grazie ai volontari dell’UNITALSI che anche quest’anno hanno celebrato, dal 23 al 29 settembre il consueto pellegrinaggio nazionale a Lourdes.
Presenti le Sezioni Occidentali e Orientali della Sicilia. Tema di quest’anno: “Con Bernadette andiamo in processione alla grotta”. “La grotta, il mio cielo sulla terra”, diceva Santa Bernadette. E per sei giorni la Grotta di Massabielle, luogo delle apparizioni, diventa il cielo metaforico per tutte quelle persone che escono dal grigiore dell'ordinarietà della vita. La processione “Aux Flambeaux” dove migliaia di candele, all’intonazione dell’Ave Maria, proiettano la loro fiamma verso il cielo, quasi a cercare Dio in un intimo sussulto di speranza, l’Adorazione Eucaristica, la Messa quotidiana, quella Internazionale, il passaggio all’interno della Grotta, il gesto dell’acqua, non più immersione da quando è giunto il maledetto Covid, le dame e i barellieri che si donano, spingendo carrozzine, mettendo in questo gesto tutto l’amore che possono, accompagnando ovunque, i fratelli e le sorelle in difficoltà, non soltanto nelle celebrazioni, ma ovunque, a mangiare un gelato, a strimpellare una chitarra, perché no, anche davanti a una pizza e a una birra, a fare acquisti e allo spettacolo musicale dell’ultima sera.
E non c’è più distinzione fra malato e sano, c’è soltanto condivisione E tra loro, scherzano, si abbracciano, si donano, attimi di felicità nel nome di “Nostra Signora di Lourdes” e di “Santa Bernadette”. Quest’anno l’associazione ha riflettuto particolarmente sulle tre virtù teologali, fede, speranza e carità. Tre virtù fondamentali, tre cardini sui quali e dai quali ogni cristiano deve far leva e deve impostare il suo cammino di vita.
E diventa tutto un’armonica simbiosi: non c’è più alcuna differenza tra loro. Tutti attraversano quella Grotta, mettendo nelle mani di Maria, affinché le porga al suo Figlio, i dolori, le gioie, le attese e le speranze. E non ci sono soltanto malati fisici, ma molti sono feriti nello spirito e sono questi che ricevono il più importante dei miracoli, come lo ricevette Giovanni Battista Tomassi nel 1903 partito per Lourdes con l’intenzione di farla finita perché conscio che non sarebbe guarito dalla sua malattia.
Ma non fu così: al suo ritorno egli gettò via le metaforiche stampelle del pregiudizio, prendendo coscienza del fatto che il vero miracolo è quello della guarigione spirituale. E fondò l’Unitalsi, per riportare alla fede chi questa aveva perduta o non aveva mai avuta e per dare speranza a chi non aveva speranza, offrendo soltanto carità, ovvero amore puro e disinteressato.
Il pellegrinaggio nazionale vede provenire da tutta Italia, con treni bianchi o in aereo centinaia di pellegrini. Monsignor Rocco Pennacchio, vescovo di Fermo è l’Assistente Spirituale Nazionale. Eccellenza: La processione è metafora del nostro camminare verso Dio, della nostra vita verso il bene ma anche verso la sofferenza. Cosa ne pensa? “E’ proprio così oggi a messa abbiamo chiesto alla Madonna di farci camminare sulle orme di Cristo. Allora se ci chiediamo dove vanno le orme di Cristo ci accorgiamo che queste vanno verso Gerusalemme, dove tutto si compirà. Tutta la sua vita è stato un cammino verso Gerusalemme, verso il Santuario, quindi verso, non tanto la sofferenza, ma verso l'amore, certo per amarci fino in fondo. Egli ha accettato la sofferenza, quindi ci insegna a vivere nell'amore ed accettare quella sofferenza che l'amore comporta. Questo è il pellegrinaggio di ogni cristiano.”
L’Unitalsi e il Grande Giubileo del 2025: L’Unitalsi aveva scelto già come tema suo l'essere pellegrini di speranza. Si ritrova nello stesso tema scelto dal Papa, quindi, è pienamente inserita in ogni pellegrinaggio che si vive all'interno del Giubileo. Questa è l'esperienza tipica dell'Unitalsi che esiste per questo. Noi suggeriamo agli ammalati di fare il loro Giubileo attraverso le diocesi di appartenenza”. “Ogni anno è sempre un'emozione diversa - spiega il presidente nazionale Rocco Palese - un’esperienza forte, carica di amore. Soprattutto è quel mistero che dopo 121 anni ancora ci fa ritornare qui a Lourdes, perché sappiamo di incontrare Lei, in quella grotta che ci accoglie così come siamo senza guardare i nostri vestiti, senza guardare le nostre difficoltà.
Ci guarda come persone e non se siamo sani e ammalati giovani, vecchi, belli o brutti, ci guarda come persone e questo è il segreto. Ritornare qui perché c'è qualcuno che ci guarda come persone. Lei ieri durante la prolusione ha parlato di problemi del genere umano, le guerre, la droga, il crimine, problematiche, queste, che attanagliano la società ogni giorno. Cosa può fare l'Unitalsi di più per alleviare queste piaghe? Sicuramente una testimonianza, quella di cambiare prima noi come persone perché se non iniziamo dal nostro piccolo dalla nostra famiglia dal mondo associativo e dalla Chiesa e non riusciamo a dare la giusta testimonianza, non arriveremo a nulla.
La pace del mondo si raggiunge su sé riusciamo ad essere noi fedeli prima a noi stessi, altrimenti, se i conflitti iniziano già nelle famiglie, sul pianerottolo di casa, sul posto di lavoro, come possiamo pretendere che ci sia una pace nel mondo? È questo che dobbiamo fare. Un'associazione che parla di amore e quindi se parla di amore parla anche di corresponsabilità per raggiungere la pace. L’Unitalsi e il Giubileo. Ci saremo come sempre e vivremo questo Giubileo nelle diocesi perché è importante che ogni sottosezione d'Italia viva anche la realtà locale della Chiesa locale e quindi abbiamo deciso di vivere il Giubileo 2025, ogni sottosezione nella propria nella propria diocesi. Nei due giubilei, quelli degli ammalati e quelli dei disabili ci sarà sicuramente una partecipazione massiccia da parte di tutta Italia. Organizzerete qualcosa a livello nazionale? È già organizzato direttamente dal Vaticano quindi noi parteciperemo soltanto all’iniziativa.
Mario Pagaria
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