Si è aperta ieri la prima giornata del Festival "Questa è la mia terra e io la difendo", un evento organizzato dal Centro Studi Giuseppe Gatì in collaborazione con l'Università LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta). La manifestazione, ormai un appuntamento consolidato, ha posto al centro del dibattito l’urgenza di promuovere il diritto dei giovani a restare nella propria terra, attraverso la presentazione del primo report del Centro Studi Giuseppe Gatì, parte del progetto MA.DRE (Mapping Dreams to Safeguard Students’ Choices).

I dati emersi dall’analisi, che ha coinvolto 1.363 studenti delle scuole superiori della provincia di Agrigento, hanno evidenziato temi di grande rilevanza e preoccupazione. Il 79% degli intervistati ha dichiarato che in Sicilia vi sono meno opportunità di studio e lavoro rispetto ad altre regioni italiane o all’estero, con una differenza marcata tra i generi: l'81,23% delle ragazze condivide questa percezione, contro il 75,36% dei ragazzi. Inoltre, il 40% degli studenti ritiene che la qualità della vita in Sicilia sia inferiore rispetto al resto d’Italia o all'estero, mentre solo il 24% crede che si viva meglio nella propria regione.

Interrogati sul futuro della Sicilia, i giovani hanno mostrato un cauto ottimismo: il 55% degli intervistati ha previsto che la situazione non peggiorerà o addirittura migliorerà nei prossimi dieci anni. Tuttavia, il 34% dei ragazzi ha già preso la decisione di lasciare l’isola, con un 10% intenzionato a trasferirsi all’estero.

La seconda giornata del Festival, in programma per oggi, sarà dedicata all’arte e alla cultura, con un focus sulle espressioni artistiche spesso trascurate nel Sud Italia. Tra gli ospiti, l'attore e regista siciliano Roberto Lipari, noto per la sua partecipazione a "Striscia la Notizia", offrirà una testimonianza personale su come la Cultura possa rappresentare un'importante e inaspettata opportunità di carriera per chi sceglie di rimanere nella propria terra. "Anche in Sicilia si può vivere di Cultura," afferma Lipari, lanciando un messaggio di speranza ai giovani siciliani che vogliono costruire il proprio futuro senza dover emigrare.

Il Festival prosegue quindi con una riflessione profonda su identità, appartenenza e opportunità, invitando i giovani a difendere la propria terra, non solo con l'impegno civico, ma anche attraverso il potere trasformativo della cultura e delle arti.