È ancora possibile immaginare la pace nonostante i conflitti in corso? Questa domanda è stata al centro di un incontro all'Istituto Pedro Arrupe, moderato da Anna Staropoli, con interventi di Vincenzo Ceruso, Emiliano Abramo della Comunità di Sant'Egidio e Domenico Quirico, giornalista de La Stampa.

Padre Gianni Notari, direttore dell'Istituto, ha aperto l'incontro riflettendo sulla distanza dei potenti dai problemi odierni, sottolineando l'importanza di non arrendersi e continuare a sognare la pace come un atto di speranza. Vincenzo Ceruso ha invitato a "ripensare l'arte del vivere insieme", valorizzando le diversità e ricordando l'impegno della Comunità di Sant'Egidio nel mantenere aperti i canali di dialogo internazionale, come i viaggi del cardinale Zuppi e i corridoi umanitari.

Domenico Quirico ha condiviso la sua esperienza come inviato di guerra, riflettendo sulla drammaticità dei conflitti e sulla necessità di un giornalismo onesto, anche scegliendo a volte di non scrivere. Ha evidenziato l'importanza di smascherare gli interessi economici dietro la guerra e promuovere un pacifismo rivoluzionario.

Emiliano Abramo ha ribadito il ruolo di Sant'Egidio nel costruire una cultura della pace, opponendosi alla mentalità bellicosa con conoscenza e impegno sociale. Ha esortato a promuovere un “artigianato di pace” quotidiano, sostenendo chi soffre e rafforzando così una cultura di pace duratura.