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- Categoria: No alla Violenza
No alla Violenza – L’applicazione del metodo S.A.R.A. in Italia
In Italia si utilizza una versione più agevole e fruibile del metodo S.A.R.A. detta versione screening o S.A.R.A. – S, che considera 10 fattori di rischio di recidive e 5 fattori di vulnerabilità della donna.
Il fattore di rischio può cambiare nel tempo e, quindi, sarà necessaria una nuova valutazione del rischio soprattutto quando si presentano delle circostanze “critiche”. Vanno, inoltre, considerati al fine di una corretta valutazione del rischio: la presenza di armi da fuoco, i bambini testimoni di violenza, il child abuse (inteso come abuso sessuale ma anche fisico e/o psicologico sui minori.
Pur essendo il metodo S.A.R.A. uno strumento utile ed efficace per aiutare nelle indagini e nelle decisioni in merito alle misure cautelari da adottare, dalla pena da infliggere, dei provvedimenti di tutela della donna e dei suoi eventuali bambini, tuttavia, va detto che in Italia non è facilmente applicato, in quanto la valutazione del rischio non è disposta per legge, se non per quei casi in cui bisogna stabilire la parziale o totale infermità di mente dell’imputato, nonché nei casi in cui deve essere valutata la pericolosità sociale del soggetto. Pertanto, si tratta di ipotesi circoscritte, mentre il S.A.R.A. ha l’obiettivo di valutare il rischio in tutti i casi violenza interpersonale.
Ad es. durante la fase delle indagini preliminari, la valutazione della pericolosità del soggetto, per la presunta vittima o per eventuali figli, può essere utile per prendere in considerazione o meno l’applicazione di una misura restrittiva.
Nella fase del procedimento la valutazione del rischio può essere richiesta in caso di rinvio a giudizio, in quanto può fornire dei parametri utili all’esame di misure alternative quali la libertà vigilata, gli arresti domiciliari, l’obbligo di firma.
In caso di condanna il S.A.R.A. potrebbe indirizzare il giudice in merito al contenuto del dispositivo (affidamento in prova o custodia cautelare) oppure per disporre eventuali raccomandazioni nei casi di disposizioni restrittive (divieto di avvicinamento a determinati luoghi).
Il S.A.R.A. si applica anche durante la fase della detenzione, in quanto risulta essere uno strumento utile anche per coloro che sono impegnati nel recupero del reo fornendo indicazioni per decidere lo specifico programma di trattamento, nonché per valutare l’opportunità di eventuali visite familiari ed eventualmente la modalità della loro realizzazione.
Dopo aver scontato la pena, la valutazione del rischio può essere utile per il tribunale di sorveglianza o per il tribunale delle libertà per indicare se disporre o meno ordini restrittivi prima di chiudere definitivamente il caso.
Va detto, infine, che sebbene il metodo S.A.R.A. nasce come strumento di ausilio della giustizia penale, le sue evidenze possono trovare applicazione anche in altri contesti.
In particolare, in relazione alla violenza domestica, in ambito civile, i risultati della valutazione possono fornire dati utili durante il procedimento di separazione e di divorzio, nonché nei casi di affidamento dei minori e per stabilire le modalità di visita ed eventualmente anche valutazioni circa la necessità di sospensioni o decadenze della responsabilità genitoriale.
Carmela Mazza
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