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La Convenzione di Istanbul ed i suoi obiettivi (parte seconda)
Tra gli obiettivi fondamentali della Convenzione di Istanbul troviamo il sistema di protezione nei confronti delle vittime di violenza.
In quest’ottica, fondamentale diventa l’importanza delle strutture destinate all’accoglienza delle donne vittime di violenza (centri antiviolenza e case rifugio), realtà adeguatamente attrezzate che tengono conto delle condizioni psico-fisiche particolari in cui versano le vittime, spesso incapaci, nell’immediato, di assumere decisioni pienamente consapevoli.
I servizi di supporto possono essere generali (es. servizi sociali o sanitari offerti dalla pubblica amministrazione) o specializzati (case rifugio e linee telefoniche di sostegno attive notte e giorno).
Strutture ad hoc sono, inoltre, previste per l'accoglienza delle vittime di violenza sessuale.
I Centri AntiViolenza, c.d. CAV, rappresentano la principale organizzazione, a livello europeo, attualmente impegnata nell’azione di contrasto alla violenza di genere, mentre le Case rifugio, spesso ad indirizzo segreto, ospitano le donne ed i loro figli minorenni per un periodo di emergenza.
Nei CAV le donne vittime di violenza vengono sostenute e coadiuvate nel loro percorso di liberazione: sono, infatti, forniti numerosi servizi gratuiti, come l’accoglienza telefonica, la prima accoglienza diretta, i colloqui di sostegno, nonché ospitalità nei casi più gravi.
Il compito primario dei CAV è quello di accogliere e tutelare le vittime della violenza, garantendo alle donne anonimato e segretezza e, soprattutto, intraprendendo azioni che le riguardano solo con il loro completo e libero consenso.
Tali strutture si occupano di fornire consulenza legale, attività di consulenza psicologica, orientamento al lavoro, gruppi di sostegno, nonché un costante monitoraggio e supporto per i minori vittime di violenza assistita, cioè i figli che assistono alle forme di violenza subita dalla madre.
Il Cav, dunque, è innanzitutto un luogo in cui viene riaffermata l’inviolabilità del corpo femminile e dove, attraverso l’azione sinergica dei saperi delle donne, viene creata una nuova cultura femminile che possa abbattere quella patriarcale.
L’obiettivo finale è quello di tutelare le donne che subiscono violenza e di intraprendere un percorso che porti la vittima alla piena comprensione del proprio valore e della propria identità, per uscire dalla spirale della violenza ed avere una vita indipendente ed attiva.
Oltre ad aiutare le vittime ad uscire dalla spirale della violenza, i Cav promuovono altre importanti attività, quali: corsi di formazione a personale idoneo ed incontri di sensibilizzazione e formazione all’interno delle scuole.
È, inoltre, di fondamentale importanza creare una rete di sostegno adeguata, che coinvolga, oltre ai Cav, tutti gli organi interessati al fenomeno: dalla cerchia familiare fino ai servizi sanitari (medici/che di base e Pronto Soccorso), gli operatori e le operatrici dei servizi socio-sanitari (consultori familiari), gli/le assistenti sociali, gli avvocati e le avvocate e le forze dell’ordine.
Solo la sinergia tra tutte queste forze attive può assicurare la liberazione della vittima dalla violenza, creando sostegno culturale, solidarietà, aiuti economici e materiali, nonché un’adeguata protezione della stessa.
Carmela Mazza
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