Prosegue la battaglia da parte di Ance Sicilia, l'associazione dei costruttori edili sulla regolarizzazione delle gare d'appalto nell'Isola. Nei giorni scorsi infatti l'Autorità anticorruzione ha accolto il ricorso dell'Ance relativamente ad una gara d'appalto di 19 milioni di euro  dove contestava  il  criterio dell’offerta al minor prezzo, adottato dall’Università degli studi di Catania per  aggiudicare la gara d’appalto da 19,1 milioni relativa al “Centro ospedaliero a polo didattico universitario padiglioni 14, 17 e 19 dell’ex ospedale Vittorio Emanuele”. l'Associazione ha rilevato la violazione dell’art. 108 del Codice dei contratti pubblici, la violazione del principio del risultato, quella del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità, oltre che il difetto di motivazione e l’eccesso di potere e lo sviamento dell’interesse pubblico.Sulla questione è intervenuto anche il Presidente di Ance, Santo Cutrone, il quale afferma che il codice dei contratti pubblici si presta spesso e volentieri a varie interpretazioni, sopratutto in buona fede. Quindi si rende necessario, conclude Cutrone,ichiamare le stazioni appaltanti all’opportunità di accettare il confronto, con l’Anac, con le Istituzioni preposte, con le associazioni di categoria e i professionisti, per evitare di incorrere in interpretazioni azzardate e non coerenti con la normativa che finiscono per escludere dalle aggiudicazioni le imprese più qualificate, a scapito della corretta esecuzione delle opere e dell’interesse collettivo ad una spesa trasparente ed efficiente dei fondi pubblici”.