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Sicilia - Gestione idrica: sfide, inefficienze e prospettive di riforma
Il tema della gestione delle risorse idriche in Sicilia, recentemente approfondito da Il Sole 24 Ore , rivela una situazione complessa, caratterizzata da un mosaico di sistemi di gestione a livello provinciale. Questo approccio frammentato porta a inefficienze strutturali e tassi di morosità elevati, con punte del 50% in aree come Messina.
L'idea di coinvolgere aziende private con competenze specifiche tramite investimenti diretti o projectfinancing potrebbe essere una soluzione, come dimostrano esperienze in altre regioni italiane. Tuttavia, la resistenza locale resta forte, con numerose province determinate a mantenere la gestione pubblica, spesso senza una pianificazione a lungo termine.
Situazione delle Province
- Trapani : La provincia soffre di una totale assenza di gestione per 16 comuni, aggravata dalla dismissione dell'Ente Acquedotti Siciliani (EAS). Questo vuoto gestionale compromette pesantemente la manutenzione e la continuità dei servizi, lasciando i cittadini in condizioni precarie.
- Messina : Qui la morosità tocca livelli critici (quasi il 50%). Nonostante l'istituzione dell'Ambito Territoriale Idrico (ATI), i tentativi di avviare una partnership privata sono falliti. La gestione rimane in house, ma le risorse limitate impediscono migliorie strutturali.
- Ragusa e Agrigento : Entrambe le province hanno adottato la gestione in house, con risultati contrastanti. Ragusa è servita da Iblea Acque, mentre Agrigento, dopo lo scandalo che ha coinvolto Girgenti Acque, ha formato Aica per ristrutturare la gestione idrica. La mancanza di partner con esperienza potrebbe però ostacolare un reale miglioramento delle infrastrutture.
- Siracusa : La gestione idrica è realizzata in partnership con Acea, operatore nazionale, con un piano di investimenti di 360 milioni di euro per potenziare la rete locale. Siracusa rappresenta un raro esempio di successo nella collaborazione pubblico-privato.
- Catania : La provincia è un caso emblematico di frammentazione gestionale, con numerosi enti coinvolti e scadenze contrattuali imminenti, che ostacolano ogni piano di intervento strutturato.
- Palermo : Servita da Amap, azienda pubblica, Palermo presenta una gestione consolidata ma soffre per infrastrutture obsolete e per la mancanza di fondi sufficienti per modernizzare il servizio.
- Enna e Caltanissetta : Enna beneficia di una gestione stabile con Acqua Enna, mentre Caltacqua, sotto il controllo della spagnola Aqualia, ha mantenuto un basso livello di morosità (3%), sebbene vi siano pressioni economiche che potrebbero condurre Aqualia a ritirarsi.
L'assenza di una visione unitaria e le prospettive di un piano regionale
A livello regionale, Siciliacque gestisce 1.700 km di rete, ma l'assenza di una copertura unitaria per l'intera isola e l'insufficiente coordinamento tra gli enti territoriali costituiscono un ostacolo per l'efficienza del sistema. Un'unica società sovrambito potrebbe migliorare la gestione idrica, ma una riforma in questa direzione non è ancora stata attuata.
Conclusione
La gestione frammentata della rete idrica in Sicilia espone l'isola a una crisi cronica, con morosità, inefficienze e infrastrutture obsolete. La necessità di un piano straordinario regionale appare sempre più urgente. Le sfide che attendono il governo siciliano, in coordinamento con il commissario nazionale per l'emergenza idrica, prevedono non solo la gestione delle risorse, ma una riforma che introduca innovazioni di governance, superando le resistenze locali e utilizzando strategicamente i fondi nazionali e regionali per costruire un sistema idrico moderno e sostenibile.
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