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Roma - FNOPI e Infermieri Stranieri: il modello inclusivo dell'AMSI per il futuro della sanità italiana
Il Prof. Foad Aodi, presidente dell'AMSI e del movimento internazionale Uniti per Unire, ha accolto con favore l'apertura della FNOPI all'arrivo di 10.000 infermieri indiani previsti dal protocollo del Ministro Schillaci, evidenziando l'importanza di una visione inclusiva per il rilancio della sanità italiana. Aodi ha denunciato come inopportune le critiche verso i professionisti stranieri, ricordando il contributo essenziale degli operatori già attivi in Italia e l'urgenza di politiche strategiche per colmare la carenza di personale sanitario.
L'AMSI, dal 2000, propone una “politica dei due binari”: inserimento di professionisti stranieri qualificati e concorsi accessibili per tutti, senza l'obbligo della cittadinanza. Il Decreto Cura Italia, grazie all'articolo 13, ha favorito un importante ingresso di operatori sanitari dall'estero, sebbene restino problemi legati al riconoscimento delle qualifiche, al permesso di soggiorno e alle assicurazioni.
Aodi ha sottolineato il rischio per la sanità di una scadenza del Decreto nel 2025, chiedendo misure stabili e un'alleanza tra istituzioni, sindacati e ordini professionali. Con il 35% di aumento nella richiesta di personale e un incremento del 30% delle discriminazioni, AMSI ribadisce l'importanza di superare gli ostacoli burocratici per garantire un sistema sanitario inclusivo e sostenibile.
Riepilogo statistiche Amsi professionisti sanitari di origine straniera
Oggi si calcola che i professionisti sanitari di origine straniera in Italia sono oltre 105.633 mila
Di questi possediamo esattamente ruoli e incarichi.
40.633 sono medici (di cui 7 mila secondo il decreto cura Italia)
36.400 mila sono infermieri (di cui alcune migliaia secondo il decreto cura Italia)
7.800 mila sono odontoiatri
7.700mila sono fisioterapisti
7.550 mila sono farmacisti
4.200 sono psicologi
Il resto sono podologi, dietisti e logopedisti, oculisti, veterinari, biologici, ostetriche, psicologi.
- Infermieri. Quelli indiani che già lavorano nelle strutture sanitarie italiane risultano oltre 1800. Gli infermieri stranieri più numerosi sono quelli rumeni, circa 12mila, seguiti dai polacchi (2000), dagli albanesi (1848) e da peruviani (1500).
- Aumentata la richiesta di medici, infermieri e fisioterapisti del 35% da parte delle strutture pubbliche e private maggiormente dalla Sicilia, Sardegna, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Calabria, Puglia, Molise.
- Aumentato del 30% l'arrivo dei professionisti della salute di origine straniera per lavorare in Italia sia tramite la modalità di riconoscimento dei titoli ordinaria o straordinaria (Decreto Cura Italia articolo 13 e Decreto medici ucraini) maggiormente dai paesi dell'America del nord, America del Sud, Paesi arabi ed Asia.
- Aumentate del 30% le discriminazioni ed i pregiudizi nei confronti dei professionisti della sanità di origine straniera facendo confusione tra chi è laureato in Italia ed esercita da tanti anni e chi esercita in base a Decreto Cura Italia o Decreto Ucraina”. Da notare come sia “diminuito del 50% dell'arrivo degli studenti stranieri per studiare in Italia”.
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