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No alla Violenza - I discorsi d’odio…il c.d. Hate Speech
Per hate speech o discorsi d’odio si intendono tutte quelle espressioni d’intolleranza che vengono rivolte contro delle minoranze.
In maniera più ampia, con tale termine viene indicata un’offesa fondata su una qualsiasi discriminazione (razziale, etnica, religiosa, di genere o di orientamento sessuale, di disabilità, eccetera) ai danni di una persona o di un gruppo.
In realtà va però detto che, ad oggi, non esiste una definizione internazionale univoca di hate speech o discorso d’odio, anche se si tratta di un fenomeno sempre più presente nelle nostre società e che, in buona parte, è legato alla comunicazione online.
A livello europeo il consiglio d’Europa ne ha dato una prima ed esauriente spiegazione nel 1997 tramite la raccomandazione n. 20 del comitato dei ministri, in cui si legge: “[…] il termine “discorso d’odio” (hate speech) deve essere inteso come l’insieme di tutte le forme di espressione che si diffondono, incitano, sviluppano o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo ed altre forme di odio basate sull’intolleranza e che comprendono l’intolleranza espressa attraverso un aggressivo nazionalismo ed etnocentrismo, la discriminazione l’ostilità contro le minoranze, i migranti ed i popoli che traggono origine dai flussi migratori”.
Proprio su impulso del Consiglio d’Europa è poi nata una campagna contro l’istigazione all’odio on-line, mirata in particolar modo ai giovani, che ha anche sollecitato i parlamenti nazionali ad intraprendere iniziative in questo senso. Invito raccolto in Italia nel 2016 dai parlamentari promotori della Commissione Jo Cox.
Inoltre nel 2016 la Commissione Europea ha firmato un codice di condotta per il contrasto all’hate speech on line con le maggiori piattaforme di social media.
Un modo per cercare di avere un impatto sul mercato senza dover passare attraverso il lungo e complesso lavoro necessario ad approvare una direttiva.
Il monitoraggio di questo strumento ha, tuttavia, individuato alcune criticità legate sia al delicato equilibrio tra la rimozione di materiale segnalato come “non appropriato” e la preservazione del diritto di espressione, sia alla possibilità che alcuni soggetti migrino su piattaforme meno regolate.
Carmela Mazza
Immagine tratta da https://www.iusinitinere.it/
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