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- Categoria: Scuola
Il PD di Enna contro le nuove Indicazioni Nazionali: "Una scuola che insegni a pensare, non a obbedire"
Sulla messa a punto dal Ministro Valditara sulle Nuove Indicazioni Nazionali, rivolte alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo d’istruzione, il Partito Democratico di Enna manifesta un forte disappunto. “Si tratta di un’impostazione fortemente ideologica e identitaria –dice la segretaria provinciale Katya Rapè-, che stravolge l’approccio alla complessità delle Indicazioni del 2012 e riduce lo spazio dedicato alla formazione dello spirito critico degli studenti.
Condividiamo le preoccupazioni espresse da docenti, dirigenti scolastici, studenti, genitori e associazioni come il CIDI e Proteo, che hanno denunciato il metodo opaco con cui queste nuove indicazioni sono state elaborate. Il gruppo di lavoro ha agito in solitudine, senza coinvolgere chi quotidianamente vive e costruisce la scuola: insegnanti, studenti, famiglie e le associazioni che da anni si occupano di educazione e formazione. L'assenza di un confronto ampio e partecipato è inaccettabile per un tema così cruciale per il futuro del nostro Paese”. Nel merito dei contenuti, il Pd denuncia “un approccio che esalta in modo unilaterale la storia dell'Occidente, ignorando che solo attraverso uno studio globale della storia si possono comprendere le dinamiche di un mondo sempre più interconnesso”.
“Questa visione ristretta –afferma ancora Rapè-, oltre a distorcere la realtà, priva gli studenti degli strumenti necessari per interpretare le sfide del presente. Destano inoltre forte preoccupazione la rigidità metodologica e didattica proposte, che confinano le discipline dentro compartimenti stagni, limitando l’autonomia scolastica e mettendo in discussione la libertà d’insegnamento sancita dall’articolo 33 della Costituzione. Questo modello rischia di trasformare l’educazione in una mera trasmissione di nozioni, negando il valore del confronto e dello sviluppo del pensiero critico. Questa impostazione educativa riflette un modello di società cara alle destre che oggi governano l’Europa e le Americhe: una società chiusa, gerarchica e orientata al conformismo piuttosto che alla libertà di pensiero.
Noi crediamo invece in una scuola che insegni a pensare, non a obbedire, e che formi cittadini consapevoli, non semplici esecutori di un pensiero imposto dall’alto”. La scuola deve essere il luogo del pensiero critico, della pluralità e del confronto, non il terreno per operazioni ideologiche calate dall’alto. Per questo chiediamo a tutto il mondo scolastico operante nel territorio ennese e alla società civile di mobilitarsi e partecipare all’iniziativa del 2 aprile a Roma, presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre, organizzata tra gli altri dal CIDI e dalla FLC CGIL, per chiedere al Ministero una moratoria sul testo proposto e l'apertura di un’autentica fase di consultazione. NOI continueremo a batterci affinché l’istruzione pubblica resti fedele ai principi della nostra Costituzione, garantendo inclusione, libertà di pensiero e partecipazione democratica”.
Giacomo Lisacchi
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